“Il tema centrale è quello del reato associativo. Qui parliamo di reato associativo e di mafia. Molte delle attività su immigrati e rifugiati riguardano il ministero dell’Interno. Una vicenda quindi anche nazionale. Commetteremmo un errore di lettura costringendola dentro le mura aureliane“. A dirlo stamane ad Agorà sui RaiTre Massimiliano Smeriglio, vice presidente della Regione Lazio, che ammette: “Quanto al commissariamento del Comune, sarebbe paradossale che a pagare il prezzo di questa vicenda fosse il sindaco della discontinuità“.
E contro il commissariamento del Comune è anche Francesco Giro, senatore FI e vice coordinatore regionale del Lazio: “Sono personalmente contrario e stupisce che qualcuno su questo tema abbia anticipato valutazioni che a mio avviso sono premature. La stragrande maggioranza dei componenti dell’assemblea capitolina è composta da persone perbene e legittimate dal voto popolare. L’inchiesta distingue fra soggetti sottoposti ad una misura di custodia cautelare in carcere o ai domiciliari e persone indagate la cui posizione è ancora tutta da vagliare. Alimentare il tam tam sul possibile commissariamento della Capitale è da irresponsabili e cela l’ennesimo fuoco amico contro il sindaco che se noi consideriamo non sempre adeguato al ruolo ha comunque dimostrato di essere antropologicamente distante da tutta questa vicenda e da uomo di centro e di centrodestra io non posso che gioire dal sapere che il sindaco della mia città esce pulito da questa brutta storia“.
4 dicembre 2014