“Da oltre un quarto di secolo l’Italia ha l’obbligo, avendo ratificato la Convenzione, di dotarsi di una legge che preveda e punisca il reato di tortura. Per 25 anni, i numerosi tentativi di Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani sono stati bloccati in parlamento, in nome dell’idea che introducendo il reato di tortura si sarebbe associata questa violazione dei diritti umani all’intera categoria delle forze di polizia“, a dirlo in un comunicato è la stessa organizzazione.
Approvato al Senato il 5 marzo, il disegno di legge sul reato di tortura si trova ora alla Camera. È un testo che, secondo le organizzazioni per i diritti umani, dev’essere migliorato. La tortura non è qualificata come reato proprio bensì come reato comune, con l’aggravante nel caso in cui l’autore sia un pubblico ufficiale. Inoltre, il testo non prevede la perseguibilità delle condotte omissive e non contempla un fondo nazionale per le vittime della tortura.
E oggi alle 10 alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva hanno manifestato con un minuto di silenzio sollecitando la rapida approvazione della legge.
10 dicembre 2014