Mafia Capitale è solo l’ennesimo episodio di corruzione in Italia. Un fenomeno, quello corruttivo, che nel nostro Paese in 10 anni ha fatto perdere 100 miliardi di Pil, oltre a diminuire del 16% gli investimenti esteri e aumentare i costi degli appalti del 20%. A dirlo è Unimpresa nel suo report sui costi dell’illegalità,che specifica come le aziende che operano in un contesto corrotto crescono in media del 25% in meno rispetto alle concorrenti che operano in un’area di legalità.
Per il presidente dell’associazione, Paolo Longobardi, “le indagini di questi giorni sulla città di Roma, ma anche quelle meno recenti sul Mose a Venezia e su Expo 2015 a Milano, rendono urgente un intervento serio da parte del governo e del Parlamento per ridurre i costi dell’illegalità che gravano sulle imprese italiane. Speriamo che domani, con il consiglio dei ministri annunciato dal premier Matteo Renzi, sia davvero la volta buona“.
Non è facile calcolare i costi economici complessivi del fenomeno ma, rileva l’associazione, facendo una sintesi tra diverse fonti internazionali ammonterebbe intorno al 5% del pil mondiale. In Italia si può stimare una perdita di ricchezza causata dalla corruzione pari a circa 10 mld di euro annui in termini di pil, circa 170 euro annui di reddito pro capite ed oltre il 6% in termini di produttività. Ma non è tutto, perché il tasso di crescita delle vendite per le piccole aziende in questo contesto risulta di oltre il 40% inferiore rispetto alle grandi.
11 dicembre 2014