Le truffe e i crimini alle carte di credito e ai bancomat stanno purtroppo diventando sempre più sofisticate ed efficaci. Bastano infatti uno sportello finto, un software informatico in grado di scovare i codici di accesso e altri trucchi simili e il “gioco” è fatto: i prelievi non autorizzati nei conti correnti sono diffusi, ma esistono dei diritti in caso si perdano i soldi. Anche la banca ha una responsabilità in questi casi, cioè deve garantire e controllare i conti dei propri clienti.
Ottenere un rimborso non è impossibile, come testimoniato da una decisione di pochi mesi fa. L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), l’organo indipendente e imparziale a cui ci si può rivolgere in caso di controversie, è venuto incontro alla richiesta di un cliente. Se il prelievo e il pagamento con il bancomat sono troppo frequenti e insoliti, allora è la banca che deve controllare che tutto sia in regola, in modo da capire se c’è stato o meno un accesso non autorizzato.
La decisione ha riguardato una carta di credito rubata e il suo utilizzo illegale: nel corso di tre giorni c’erano stati troppi prelievi, dunque la truffa poteva essere intuita. La banca può evitare di risarcire se riesce a dimostrare che il cliente non ha conservato con attenzione i propri codici, le password e la carta stessa, altrimenti il rimborso è possibile.
27 gennaio 2015