Dal 2013 Samsung Italia ha presentato dei dati sulle capacità di memoria dei propri smartphone e tablet diversi rispetto a quelli reali: in poche parole, come ha accertato anche l’Antitrust (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), il sito web ufficiale garantiva più gigabyte di memoria per quel che riguarda diversi modelli, quando invece la capacità effettiva era più bassa di almeno un quarto. Le differenze si spiegano facilmente con le applicazioni preinstallate che non si possono salvare sulla scheda di memoria e con lo spazio occupato dal sistema operativo.
Ecco perché l’associazione dei consumatori Codici sta promuovendo un’azione di classe (nota anche come class action) contro l’azienda sudcoreana per far ottenere un risarcimento a tutti quei consumatori che hanno acquistato smartphone e tablet allettati dalle promesse per poi accorgersi di poter utilizzare il dispositivo meno del previsto.
Lo spazio di memoria è uno dei principali dettagli analizzati da chi acquista questi prodotti, quindi il Codici ritiene che le informazioni falsate abbiano influito sulla scelta finale. Quando si verificano situazioni simili è possibile richiedere almeno un rimborso parziale del prezzo pagato. Da ieri l’associazione dei consumatori sta invitando chi è interessato ad aderire alla class action contattando l’indirizzo di posta elettronica sportello.codici@codici.org.
13 febbraio 2015