Presente una discarica abusiva a Bracciano, la Bracciano Ambiente: “Non possiamo occuparcene più“, secondo quanto ha dichiarato. Mentre, il Sindaco Sala, non molti giorni fa, ha ammesso l’esistenza di questa discarica abusiva, risaputa da anni da parte di tutti i responsabili pubblici. Nessuno però ha avanzato segnalazioni o ricordo alla Procura, così come avviene nella lettere dello stesso Sindaco non indirizzata alla medesima Procura. Si tratta di una situazione nota a tutti fin dal 2004, che risale dalla ordinanza del sindaco Negri, n.23 del 15/4/2004 notificata a SEL, ovvero il vecchio gestore della discarica, Prefettura, Regione Lazio, Provincia di Roma, ASL RMF, Agenzia Regionale Protezione Ambientale, Carabinieri di Bracciano, NOE di Roma, Procura di Civitavecchia, Polizia Municipale. Alla quale è seguita poi l’ordinanza 24 del 17/4/2004, che rimanda ad una messa in sicurezza e di emergenza con notifica ai precedenti indirizzi e a cui si aggiunge anche l’Università Agraria di Bracciano. Ancora il presidente della Bracciano Ambiente, Baroni e il sindaco Sala il 23/4/2008 protocollo 434 chiedono al presidente della Regione Lazio Marrazzo e all’Assessore al Bilancio della Regione, Luigi Nieri, di abbonare l’ecotassa dovuta, per destinarla “alle operazioni di riqualificazione ambientale durante le fasi del post mortem dell’invaso”. E ancora “si richiama particolare attenzione … alle problematiche relative al finanziamento della gestione post mortem degli impianti”. Il 4 luglio 2008, sempre Sala e Baroni riscrivono al Presidente Marrazzo, a Nieri, al commissario delegato alla emergenza ambientale nel Territorio della Regione Lazio, Stefano La Porta e al prefetto di Roma Carlo Mosca “…gli elementi di cui sopra evidenziano un crescente timore per il futuro dell’impianto di discarica …costituiranno un’area di crisi occupazionale con inevitabile interruzione di pubblico servizio con susseguente impatto sull’ordine pubblico e sulla salute!”. E così via fino ai nostri giorni. Ora la discarica è ancora ufficialmente attiva, una collina di rifiuti che continua a riempirsi di biogas e percolato, con minaccia di disastro ecologico, dopo che la Bracciano Ambiente, nel dicembre scorso, ha dichiarato di non essere più in grado di occuparsene. Il quesito che ci pone al riguardo è quanto durerà ancora questa agonia, prima che venga richiesto il decreto di chiusura per dare il via alla nuova fase ufficiale di “post-mortem” della discarica abusiva a cielo aperto. E’ dimostrato che tutti sapevano. Altro quesito è perché nessuno sia intervenuto per far fronte a questa emergenza ambientale, della quale neanche la Bracciano Ambiente è più disposta a gestire.
di Erika Lo Magro
13 febbraio 2015