Il 28 Divino Jazz presenta i concerti dal 19 al 21 febbraio, in via Mirandola, 21 – 00182 Roma.
Prenotazione consigliata.
Contatti: 340 8249718
I concerti sono i seguenti:
Giovedì 19 febbraio, alle ore 21.30
“Hamex Hammond Experience” di Michele Villari con sax & clarinetto, Fabio Sartori con hammond e Paolo Pavam con il piano
Il trio di formazione recentissima e di “Casa 28” nasce dal re-incontro dei tre musicisti conosciutisi in ambito accademico e casualmente ritrovatisi dopo diverse collaborazioni incrociate tra di loro. Oltre che il sassofonista e clarinettista Michele Villari troviamo sulla partitura i pianisti Paolo Pavan e Fabio Sartori, quest’ultimo all’organo hammond. L’originale formazione presta particolarmente il fianco alla rielaborazione e alla interpretazione di brani originali composti da Michele Villari e Paolo Pavan, in chiave “funky” . Un trio atipico che utilizza sia piano che organo ma che non mancherà di stupirvi con il suo “sound groove, drumless. Let’s dance!”
Venerdì 20 febbraio, alle ore 22.00
Carmine Ioanna alla fisarmonica con Marco Colonna ai clarinetti s’incontrano al 28Divino Jazz per un dialogo / incontro, dove l’improvvisazione e l’interplay sono da capogiro!
Sabato 21 febbraio, alle ore 22.30
“Italian Jazz 4 Tet” di Patrizia Scascitelli con piano e composizioni, Andrea Pace con il sax, Carlo Battisti con drums, Piero Simoncini di bass.
Patrizia Scascitelli è una fantastica pianista, forse la prima “vera” pianista jazz italiana. Si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Santa Cecilia nel 1972, allieva di Giorgio Gaslini, con cui ha successivamente collaborato in 3 LP. Ha partecipato alla maggior parte dei più importanti festival jazz internazionali negli anni ’70, costituendo un trio e un quartetto a suo nome. Dal 1981 vive a New York, dove è entrata in collaborazione con Maxine Sullivan, Kenny Williams, Don Cherry, e Clifford Jordan tra gli altri e regolarmente ritorna in Italia, a Roma dove è nata. Ne ha bisogno proprio perché spesso tanti musicisti jazz rischiano di perdere la bussola dimenticando il momento della creazione o creando brani che con il jazz niente hanno a che fare. Il rigore di Patrizia Scascitelli invece permette di godere pezzi che vivono di luce propria.
di Erika Lo Magro
18 febbraio 2015