Uno sconto del 30%: è questa la “promessa” che viene fatta agli automobilisti in caso di pagamento della multa entro cinque giorni. Neanche questa, però, può essere considerata una certezza. In base all’interpretazione dei Comuni, infatti, ci sarebbe un inganno non molto piacevole. La novità dello sconto è stata introdotta nell’estate del 2013.
Il 30% in meno riguarda la contravvenzione e non le spese di notifica (le cosiddette spese fisse). Purtroppo i Comuni non indicano chiaramente la somma esatta da versare nel bollettino e gli errori fatti a casa con la calcolatrice sono frequenti. Il pagamento nei primi cinque giorni prevede lo sconto, mentre dal 6° al 60° giorno scatta il pagamento in misura ridotta. Dal 61° giorno in poi, la multa raddoppia. Nel verbale si parla soltanto della “misura ridotta”: ecco allora che chi riceve la multa deve calcolare l’importo con lo sconto, ma spesso commette un errore, dato che sono ricomprese anche le altre spese.
In questo modo il Comune riceve un versamento sbagliato e dopo 60 giorni invia all’automobilista una nuova richiesta con l’importo raddoppiato. LaCorte di Cassazione ha “rimproverato” questo comportamento, anche se sono in pochi gli enti che si sono adeguati: nel caso dovesse succedere quanto appena descritto, è comunque possibile ricorrere e ottenere giustizia.