I Carabinieri del Gruppo di Frascati hanno disposto questa mattina gli arresti domiciliari per il sindaco di Marino, Fabio Silvagni, per un altro dipendente comunale e per tre imprenditori: l’indagine riguarda il reato di corruzione per tutti e cinque gli arrestati, mentre per Silvagni è stato configurato anche il peculato. Le indagini sono partite quasi un anno fa (nel giugno del 2014 per la precisione) e hanno sfruttato intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a consulenze tecniche.
In base alle ricostruzioni dei militari della Compagnia di Castel Gandolfo, il primo cittadino avrebbe favorito insieme a un dipendente comunale di 56 anni le iniziative imprenditoriali di una società romana attiva nello spettacolo e nella ristorazione. A Silvagni viene contestata l’autorizzazione illecita al cambio di destinazione d’uso (da artigianale a commerciale) di un immobile di Marino usato per realizzare un punto vendita di una catena attiva nella ristorazione.
Due degli imprenditori fermati (uno dei quali appartenente alla Polstrada diAlbano Laziale e in malattia da un anno), inoltre, avrebbero assunto nell’esercizio commerciale diverse persone segnalate dal sindaco stesso, in modo da garantire un buon ritorno politico ed elettorale. Grazie a questa inchiesta, inoltre, è stato sequestrato un immobile di Marino del valore di tre milioni di euro a causa della mancata conformità al piano regolatore.
C’è un altro episodio che riguarda il sindaco: secondo i Carabinieri, Silvagni avrebbe pagato 100 mila euro a un imprenditore di Marino per dei lavori in appalto. In questa maniera, il primo cittadino avrebbe ottenuto una somma di denaro pari al 3% di quella liquidata all’imprenditore stesso. Ultima ma non meno importante contestazione al sindaco è quella del peculato, visto che è emersa l’appropriazione di carburante per la sua vettura personale.