Amava la poesia e vendeva rose. Nella sua vita non ha mai chiesto l’elemosina. I più la conoscevano come la fidanzata di Pasolini, perché così si definiva lei, quando raccontava del suo passato. Non c’era opera dello scrittore/giornalista che non venisse pubblicata senza la sua approvazione. Nella “Religione del mio tempo“, raccontò un giorno a Carmelo Albanese, c’era la sua poesia preferita:
A un papà
Pochi giorni prima che tu morissi, la morte
Aveva messo gli occhi su un tuo coetaneo:
a vent’anni , tu eri studente, lui manovale,
tu nobile , ricco ,lui un ragazzaccio plebeo:
ma gli stessi giorni hanno dorato su voi
la vecchia Roma che stava tornando così nuova.
Ho veduto le sue spoglie, povero Zucchetto.
Girava di notte ubriaco intorno ai Mercati,
e un tram che veniva da San Paolo, l’ ha travolto
e trascinato un pezzo pei binari tra i platani:
per qualche ora restò lì , sotto le ruote :
un po’ di gente si radunò intorno a guardarlo,
in silenzio: era tardi, c’erano pochi passanti.
Uno degli uomini che esistono perché esisti tu,
un vecchio poliziotto sbracato come un guappo,
a che s’accostava troppo gridava: “Fuori dai ciglioni”.
Poi venne l’automobile d’un ospedale a caricarlo:
la gente se ne andò, restò qualche brandello qua e là,
e la padrona di un bar notturno, più avanti,
che lo conosceva, disse a un nuovo venuto
che Zucchetto era andato sotto un tram, era finito.
Pochi giorni dopo finivi tu: Zucchetto era uno
della tua grande greggia romana ed umana,
un povero ubriacone, senza famiglia e senza letto,
che girava di notte, vivendo chissà come.
Tu non ne sapevi niente: come non sapevi niente
di altri mille e mille cristi come lui.
Forse io sono feroce a chiedermi per che ragione
la gente come Zucchetto fosse indegna del tuo amore.
Ci sono posti infami, dove madri e bambini
vivono in una polvere antica, in un fango d’ altre epoche.
Proprio non lontano da dove tu sei vissuto,
in vista della bella cupola di San Pietro,
c’è uno di questi posti, il Gelsomino….
Un monte tagliato a metà da una cava, e sotto,
tra una marana e una fila di nuovi palazzi,
un mucchio di misere costruzioni, non case ma porcili.
Bastava soltanto un tuo gesto, non hai detto una parola .
Non ti chiedevo di perdonare Marx ! Un’ onda
immensa che si rifrange da millenni di vita
ti separava da lui, dalla sua religione :
ma nella tua religione non si parla di pietà?
Migliaia di uomini sotto il tuo pontificato,
davanti ai tuoi occhi, son vissuti in stabbi e porcili.
Lo sapevi, peccare non significa fare il male:
non fare il bene ,questo significa peccare .
Quanto bene tu potevi fare! E non l’ hai fatto:
non c’è stato un peccatore più grande di te.
Gliela recitò a memoria.
“Ormai le rose non le regala più nessuno“. Lei invece sì, le preparava e le regalava. Qualche volta ne vendeva una per mille lire. Era il suo modo di guadagnarsi da vivere. Le regalava anche anche agli uomini e ai ragazzi. Per lei non faceva differenza. A “Campo De’ Fiori” la conoscevano tutti. Si faceva chiamare Italia, ma in realtà il suo vero nome era Greta. Qualcuno dice che in una vita passata fosse stata un’insegnante. Molti l’hanno conosciuta, molti sono riusciti a strapparle qualche parola, lei che di parole non ne sprecava mai. Ma Italia non regalava o vendeva solo fiori. Alle donne, spesso, dispensava consigli sugli uomini: “de maschi, che ce ne so’ tanti, e alcuni sono anche brava gente: ma è difficile riconoscerli e dovete imparare”; oppure su come sedersi con educazione, come camminare “senza strascinare i piedi, nemmeno quando siete stanche“, racconta in commento una lettrice del blog di Carmelo Albanese. “Spesso si accompagnava a un suonatore di tromba dalla gran barba bianca, povero quanto lei, che si faceva chiamare Garibaldi e aveva quasi sempre una sciarpa rossa – d’inverno, l’estate un fazzoletto grande, sempre rosso, sopra una giacca sdrucita“, prosegue la lettrice. E qualcuno diceva pure che Italia e Garibaldi fossero stati un tempo marito e moglie.
Lei era Italia quanto Asia. Sì, perché spesso amava cambiare il suo nome sostituendolo di tanto in tanto con altri dal richiamo geografico. Era anche una maga, all’occorrenza. Leggeva la mano, ma non chiedeva soldi in cambio. Lo faceva solo con chi le andava a genio. Al Pantheon, altro luogo dove spesso veniva avvistata, lesse il futuro a persone quali l’attore Marco Giallini, Susanna Merlini. A Tatiana Dessì rivelò che un “maiale” le avrebbe cambiato la vita: ora è la doppiatrice di Peppa Pig, si legge in un altro commento. Una figura magica, Italia, oppure Asia, fate voi. Ma c’è di più e se vorrete, potrete approfondire ulteriori aneddoti sulla pagina di Carmelo Albanese, dove potrete leggere anche la testimonianza diretta del suo ultimo figlio in vita Gustav. Greta ci ha lasciato nel 2010 a 94 anni. Quando ormai non riusciva più a muoversi, la donna decise infatti di uccidersi. Lo fece un giorno in cui suo figlio Gustav non era in casa. Non sopportava più di vedersi malata e impotente, dopo aver combattuto per tutta la vita con solo le sue forze e senza chiedere niente a nessuno. Chi ha avuto la fortuna e magari il merito di ascoltarla, però, saprà certamente conservare la ricchezza di quei momenti. Qualcuno, grazie a lei, è forse diventato una persona migliore.
(Fonte Blog di Carmelo Albanese, saggista, giornalista e soprattutto essere umano)
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