Era la notte del 26 aprile 1986 quando nella centrale nucleare di Chernobyl, Ucraina, a causa di alcuni test effettuati (definiti di sicurezza) esplose il reattore 4. I tecnici nel corso del test commisero diverse violazioni della norme di sicurezza e questo portò all’aumento incontrollato della temperatura del reattore 4. Nonostante l’incremento della pressione avesse fatto tremare l’intero edificio, il test venne avviato e in pochi secondi accadde il disastro: il reattore 4 esplose e una nube di materiale radioattivo fuoriuscì e ricadde in ampie aree della centrale di Chernobyl. Fu necessario effettuare l’evacuazione del luogo, ma le conseguenze del disastro di Chernobyl furono enormi e le nubi radioattive raggiunsero diversi luoghi dell’Europa orientale, la Scandinavia e la Finlandia. In modo minore la contaminazione arrivò anche in Italia, Francia, Svizzera, Austria, Germania e Balcani.
I sovietici, che consideravano la centrale nucleare di Chernobyl un vanto perché dotata di tecnologia all’avanguardia, cercarono di non far trapelare la notizia, ma la Svezia lanciò l’allarme (la centrale aveva gravi carenze e già in passato si erano verificati piccoli incendi) e giorni dopo le autorità dell’URSS furono costrette a rilasciare delle dichiarazioni sul disastro di Chernobyl. Migliaia i pompieri e i militari impegnati da subito per domare l’esplosione, ma nonostante la criticità della situazione (il valore delle radiazioni nei pressi del reattore era 1 miliardo di volte superiore a quello normale) la città di Pripjat’ non venne evacuata repentinamente (passarono 36 ore prima dell’evacuazione della città, che si trovava a pochi chilometri di distanza). Gli stessi pompieri, ricevuta la chiamata, non furono informati della tossicità dei fumi e dei materiali nei pressi della centrale e, infatti, molti di loro morirono nei giorni successivi (tra questi il tenente Vladimir Pravik).
Le vittime e le conseguenze del disastro di Chernobyl – Due lavoratori della centrale morirono immediatamente travolti dai detriti; uno si ammalò di trombosi coronarica; 4 pompieri morirono dopo la caduta dell’elicottero che stava scaricando cemento del reattore 4. Su 1057 soccorritori di emergenza 237 furono ricoverati e 134 di loro furono colpiti dalla sindrome da intossicazione radioattiva acuta. 28 di questi operatori morirono giorni dopo l’incidente e tanti altri subirono le conseguenze fisiche dell’esposizione alle radiazioni. Il disastro di Chernobyl mise un intero continente di fronte ai rischi del ricorso alla centrali nucleari e in Italia il contraccolpo fu molto forte dato che un anno dopo, grazie a un referendum, gli italiani scelsero di non volere l’energia nucleare
Le conseguenze furono devastanti e negli anni successivi aumentò a dismisura il numero di persone morte a causa di tumori e malformazioni, tra queste i cosiddetti liquidatori, i lavoratori che cercarono di decontaminare l’area e che costruirono il sarcofago di contenimento che, essendo stato costruito con materiale d’emergenza e in tempi brevi, si trasformò subito in una struttura instabile e danneggiata, tanto che negli anni si aprirono diverse falle.
26 aprile 2015