Le condizioni del’infermiere ricoverato presso lo Spallanzani di Roma non sono critiche, “Al momento della presa in carico il paziente era febbrile, lucido e collaborante” hanno affermato i medici durante una conferenza stampa.
Il paziente, contagiato dal virus ebola ha iniziato un trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato, autorizzato da un’ordinanza Aifa ed utilizzando il plasma di un donatore guarito e rimanendo in attesa di risposte positive dal trattamento. “Abbiamo già contattato il Centro Nazionale Sangue e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell’Oms” ha commentato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma.
Confortanti i commenti da parte di Emergency, rilasciati da Rossella Miccio, coordinatore dell’ufficio umanitario di Emergency la quale esclude a priori le possibilità di contagio, nonostante nei due giorni precedenti al ricovero, l’infermiere aveva condiviso momenti con alcuni familiari ma senza sviluppare sintomi. “Io l’ho sentito anche ieri sera prima che venisse trasferito e compatibilmente con la situazione l’ho sentito sereno, è una persona solida. Che qualcosa non abbia funzionato è evidente, visto che si è ammalato – ha detto -, le procedure le rivediamo costantemente, purtroppo l’errore umano o il problema tecnico possono esserci, ad oggi stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Le procedure comunque funzionano, consideriamo che con il personale dell’ospedale chirurgico arriviamo al migliaio di operatori, e le persone contagiate si contano sulla punta di una mano”. commenta Rossella Miccio.
Lo abbiamo sentito quando è rientrato – ha detto Rossella Miccio, coordinatore dell’ufficio umanitario di Emergency – e ci ha contattato subito sviluppati i primi sintomi. Io l’ho sentito anche ieri sera prima che venisse trasferito e compatibilmente con la situazione l’ho sentito sereno, è una persona solida». «Che qualcosa non abbia funzionato è evidente, visto che si è ammalato – ha detto -, le procedure le rivediamo costantemente, purtroppo l’errore umano o il problema tecnico possono esserci, ad oggi stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Le procedure comunque funzionano, consideriamo che con il personale dell’ospedale chirurgico arriviamo al migliaio di operatori, e le persone contagiate si contano sulla punta di una mano». L’operatrice esclude che ci siano possibilità di contagio. «Non credo perchè malattia è contagiosa quando ci sono i sintomi, e lui appena ha avuto la febbre si è autoisolato e ha contattato le autorità – ha spiegato- Nei due giorni precedenti aveva condiviso momenti con alcuni familiari ma non aveva sviluppato i sintomi per cui non era contagioso. I familiari non sono sicuramente felici ma sono fiduciosi».
Intanto a Sassari , la struttura clinica dove era stato ricoverato l’infermiere, ha disposto un periodo di quarantena per altre tre persone con cui è entrato in rapporto da domenica mattina, quando ha avvertito i primi sintomi, a lunedì pomeriggio, quando è stato ricoverato.
di Federico Purificati