È bastato un colpo di pistola. Così un pensionato Tpl si è tolto la vita ad Anagni, ma oltre al cordoglio ne è nata una polemica tra il l’Unione sindacale di base e il Campidoglio. Appresa la notizia il sindacato ha subito affermato che si tratta di un gesto annunciato e che la causa va ricercata nel disagio vissuto dai lavoratori che non vengono pagati regolarmente e che proprio per questo scendono in piazza e scioperano.
“Claudio ha scelto il folle gesto di togliersi la vita. Una disperazione ben conosciuta, quella di Claudio Del Monte, un gesto annunciato sia per la società del Consorzio Roma Tpl, sia per l’amministrazione comunale. Già il mese scorso il ricovero di un autista per mal nutrizione. Più volte l’Unione Sindacale di Base ha manifestato al fianco dei lavoratori del trasporto pubblico locale, protestando e scendendo in sciopero contro i ritardi nei pagamenti dello stipendio e le tantissime inadempienze contrattuali delle aziende consorziate nella Roma Tpl Scarl”.
A quel punto Guido Improta, assessore alla Mobilità, è intervenuto e ha accusato il sindacato di aver strumentalizzato la tragedia della morte del pensionato Tpl:
“Esprimo il mio più sincero cordoglio per il gesto estremo compiuto la scorsa notte dall’autista. Spiace constatare come di fronte ad una tragedia così grande, l’USB abbia ritenuto di strumentalizzare una vicenda umana profondamente dolorosa diffondendo notizie non corrispondenti alla realtà. Infatti, secondo quanto a noi comunicato dal Consorzio Roma TPL, risulta che l’autista dell’azienda di trasporto pubblico locale era in pensione dal mese di novembre 2014 e pertanto il suo disagio psicologico non può essere riconducibile al mancato o ritardato pagamento dello stipendio. Respingo, pertanto, in quanto destituite di fondamento, le responsabilità che la USB ha ritenuto di addebitare alle istituzioni capitoline. Più che sindacati di base – ha concluso l’assessore Improta – in questa occasione sembrano degli sciacalli“.
E a quel punto l’USB – come riportato anche da RomaToday – non ha potuto fare altro che rettificare e ammettere di aver commesso un grave errore perché la notizia sulle cause del suicidio è stata raccolta a caldo. Non potevano mancare le scuse, dovute in questo caso:
“Ce ne scusiamo con tutti quelli che si sono sentiti coinvolti dalle nostre accuse ma in particolare con i lavoratori della Roma Tpl che, a causa di questa falsa notizia che abbiamo diffuso, possono sentire compromessa la giusta lotta che insieme portiamo avanti da anni per il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori della Roma Tpl ed in particolare contro i ritardi nel pagamento degli stipendi”.