Dopo circa due anni di attività di pirateria informatica, le Primule Rosse del web, indicate come la cellula italiana di Anonymous, sono riusciti ad entrare nei siti istituzionali del governo italiano e di grandi aziende, tra i quali la Corte Costituzionale, la Presidenza del Consiglio, ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Salute, dello Sviluppo Economico, Procura della Repubblica ed il Tribunale di Torino (campagna NO TAV), Polizia di Stato, Carabinieri, Regioni Veneto, Calabria, Piemonte, Equitalia, sindacati di Polizia e Polizia Penitenziari, Eni e Enel. A capo della cellula di hacker, “aken” un livornese di 31 anni ed “otherwise” un 27enne di Sondrio, oltre ad altri tre hackers, un 36enne torinese, un 27enne ed un 31enne del livornese.
Le operazioni sono state portate a termine dalla polizia postale e delle comunicazioni, coordinate dalla Procura di Roma, grazie ad un agente infiltrato che ha permesso agli agenti di intervenire in una doppia incursione nel loro “covo”. Infatti gli hackers sono stati trovati con i computer online senza avere la possibilità di cancellare tutti i dati delle loro attività di antagonismo governativo via web.
Dopo alcune colluttazioni tra gli agenti ed gli hackers, questi ultimi sono stati identificati e condotti in questura dove dovranno rispondere di associazione a delinquere e di danneggiamento di sistemi informatici, interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche, accesso abusivo a sistemi informatici, detenzione e diffusione di codici di accesso a sistemi informatici.
di Federico Purificati