I 13 attentati ai Castelli Romani realizzati tra il 2010 e il 2013 non furono legati a nessuna azione terroristica ma danneggiamenti aggravati. A stabilirlo, la Corte d’assise di appello di Roma in merito alla sentenza che ha di fatto ridotto la pena inflitta a due giovani anarchici, prosciolti quindi dall’imputazione di associazione con finalità terroristiche.
Per gli attentati ai Castelli Romani sono stati condannati a 3 anni di reclusione Gianluca Iacovacci e a 1 anno e 8 mesi ad Antonio Antonacci. In primo grado, erano stati condannati rispettivamente a 6 anni (Iacovacci) e 3 anni e 8 mesi (Antonacci).
In virtù dello sconto di pena, per Antonacci è stata richiesta la scarcerazione da parte della Corte, presieduta da Mario Lucio D’Andria con Giancarlo De Cataldo. Gli imputati si resero responsabili dei danneggiamenti presso la sede dell’Eni, dell’Enel, di alcune filiali di banche e alla discarica di Albano Laziale; Gli attentati, che in ogni caso non provocarono feriti, furono rivendicate con la sigla del Fai, la Federazione anarchica informale. Il Pg Francesco Mollace, richiedente della conferma in della sentenza di primo grado, ha annunciato che ricorrerà in Cassazione.