Il dirigibile Italia fu progettato nel 1928 dall’ufficiale della Regia Aeronautica Umberto Nobil per continuare ad esplorare il mondo artico dopo la spedizione del Norge, altro dirigibile costruito dall’ufficiale tra il 1923 e il 1924, che per la prima volta sorvolò il Polo Nord il 12 maggio 1926 (già era stato acquistato dall’Aero Club Norvegia).
L’Italia fu varato il 15 aprile 1928, compì il suo primo volo l’11 maggio, il secondo il 15 maggio e 23 maggio. Proprio quello del 23 maggio, che iniziò alle 4:28, si trasformò nell’ultimo viaggio del dirigibile semi rigido. L’obiettivo del dirigibile Italia era quello raggiungere il Polo Nord e far sbarcare alcuni esploratori per effettuare delle misurazioni.
Alle 0:24 del 24 maggio, dopo quasi 20 ore di volo, l’equipaggio del dirigibile Italia raggiunse la meta e quello fu un momento di festa (Nobile e il suo equipaggio lanciarono la bandiera italiana sul suolo insieme ad altri oggetti tra i quali il gonfalone di Milano, la croce donata dal Pio XI e il medaglione della Madonna del Fuoco di Forlì), ma a causa del mal tempo non fu possibile lasciare la squadra sul posto.
Il vento continuò a creare problemi e per questo Nobile diede inizio alla fase di rientro, che secondo i suoi calcoli sarebbe durata circa 40 ore se avesse seguito la rotta da lui scelta. E in quel momento intervenne il meteorologo che sconsigliò all’ufficiale di raggiungere la Baia Mackenzie e gli consigliò, invece, di seguire la rotta verso la Baia del Re. Il meteorologo pensava che avrebbero trovato venti più calmi nel secondo caso, ma le sue previsioni non si dimostrarono giuste e sulle eliche si formarono strati di ghiaccio a causa delle burrasca e della nebbia. A nulla servì aumentare la velocità, questa rimase comunque bassa e dopo ben 24 ore il dirigibile Italia era a metà del suo percorso.
Nella giornata del 25 maggio Nobile approssimò la distanza dall’Isola di Moffin, ma i suoi calcoli erano errati dato che pensava di essere molto più vicino. Con il passare delle ore il timone di quota si bloccò in fase di discesa e per questo si decise di bloccare i motori per permettere la risalita e in seguito due dei motori furono riattivati.
A metà mattinata la coda della nave si abbassò e a quel punto l’urto con la superficie ghiacciata divenne inevitabile. L’involucro resistette all’impatto, mentre la gondola andò distrutta. 10 uomini balzarono a terra e uno di loro morì poco dopo. Altri sei uomini rimasero nell’involucro del dirigibile Italia, che poco dopo riprese il volo e scomparve nel cielo. Alcuni degli uomini ancora a bordo cercarono di lanciare diversi materiali ai compagni a terra, che riuscirono a sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi.
I sei uomini a bordo dell’involucro non furono mai trovati. Passarono 49 giorni prima del ritrovamento dei superstiti. Per cercarli si mobilitarono piloti di diversi Stati, ma le operazioni subirono dei rallentamenti a causa dello Stato italiano che si mosse con grande lentezza e sembrò non preoccuparsi delle ricerca.
L’equipaggio, come riportato da Wikipedia, era composto da:
- Umberto Nobile– Capitano della spedizione/ingegnere progettista. Sopravvissuto.
- Finn Malmgren– Meteorologo e fisico svedese. Morto durante il tentativo di raggiungere i soccorsi a piedi;
- Frantisek Behounek– Fisico ceco. Sopravvissuto;
- Aldo Pontremoli– Fisico italiano. Disperso con l’involucro dell’Italia;
- Ugo Lago– Giornalista de Il Popolo d’Italia. Disperso con l’involucro dell’Italia;
- Adalberto Mariano– Navigatore. Sopravvissuto;
- Filippo Zappi– Navigatore. Sopravvissuto;
- Alfredo Viglieri– Navigatore/idrografo. Sopravvissuto;
- Natale Cecioni– Capo tecnico. Sopravvissuto;
- Giuseppe Biagi– Operatore radio. Sopravvissuto;
- Felice Trojani– Timoniere di quota/ingegnere progettista. Sopravvissuto;
- Calisto Ciocca– Motorista. Disperso con l’involucro dell’Italia;
- Attilio Caratti– Motorista. Disperso con l’involucro dell’Italia;
- Vincenzo Pomella– Motorista. Morto nell’impatto;
- Ettore Arduino– Capo motorista. Disperso con l’involucro dell’Italia;
- Renato Alessandrini– Attrezzatore. Disperso con l’involucro dell’Italia.
Inoltre, la mascotte della spedizione, Titina, Fox Terrier di Nobile, sopravvissuta.