E’ stata condannata in primo grado per schiaffi e calci a un bambino autistico di Spinaceto. Per lei comminati due mesi di reclusione per abuso di mezzi di correzione
E’ stata condannata in primo grado per schiaffi e calci a un bambino autistico di Spinaceto. La Maestra, Maria Felici come riporta il Messaggero, dovrà scontare due mesi di reclusione per le presunte violenze ai danni di un alunno risalenti al 2010. La donna inoltre dovrà risarcire la famiglia. La donna era stata già precedentemente rinviata a giudizio per i maltrattamenti sul bambino di 6 anni all’interno del plesso Renzini del 143° circolo didattico di Sinaceto.
Strattoni, punizioni, perfino dei lanci di banco verso e contro l’alunno. In alcuni casi la maestra gli si sedeva sulle ginocchia per immobilizzarlo. L’atteggiamento si manifestava sia di fronte agli altri bambini che di fronte agli altri insegnanti. La sentenza di primo gradi di parte Civile è arrivata nella giornata di ieri, in presenza dell’avvocato rappresentante per la tutela dei diritti Maria Carsana. Era stata infatti la Carsana a suo tempo a presentare la denuncia contro l’insegnante e la preside della scuola.
A rivolgersi all’Associazione era stato il papà del bambino, il quale si era accorto delle numerose manifestazioni di disagio del figlio, tra le quali farsi la pipì addosso durante il giorno e, non ultimo, rifiutandosi di andare a scuola. A quel tempo, pare che diverse maestre arrivarono a raccontare alla preside dei presunti abusi subiti dal bambino. Proprio per questo motivo e in virtù del procedimento che ne sarebbe scaturito, la maestra venne spostata in biblioteca in base a una decisione persa dal ministero competente.
Le maestre interpellate ieri hanno confermato le accuse mosse ai danni di Maria Felici. Intanto la ctu riscontra nel piccolo una malattia ansioso depressiva a seguito dei maltrattamenti subiti. La sentenza della giornata di ieri ha derubricato il capo d’imputazione del pm, da reato da maltrattamenti aggravati (dai 4 ai 9 anni di reclusione) ad abuso di mezzi di correzione.
“Da qualche mese la maestra era tornata nelle classi – interviene Carsana – credo che a questo punto, con la condanna, non sia più il caso. Anche il ministero sarà chiamato a risarcire la famiglia“.