Anche il caso della 16enne violentata a Roma ha suscitato polemiche sul web. Da una parte chi ha quasi giustificato il 31enne e ha accusato la giovane di “essersela cercata”, dall’altra chi ha condannato commenti del genere
Ogni occasione è buona per polemizzare sul web, anche in circostanze in cui bisognerebbe evitare ogni commento. E non è andata diversamente nel caso che riguarda la 16enne violentata a Roma. Sì, anche quando si parla di casi del genere l’opinione – clamorosamente – si divide ed è ecco allora che esce fuori il peggio della rete.
Un post dei 99 Posse ha messo in luce alcuni commenti raccapriccianti del web dopo la pubblicazione della notizia da parte di Tgcome24 e RomaToday:
“Di solo la notte in strada ci sono le lucciole”, “Se l’è cercata ma non è giusto”, “Vedrai che mo la minigonna e le tette di fuori non le porta più, polemici che palle”, “Ci sono un mare di depravati, cercate di essere meno provocanti e basta con tutto questo abbigliamento aderente oppure super corto”.
Questi sono alcuni dei commenti che hanno invaso la rete e che hanno creato una polemica ormai all’ordine del giorno in Italia. In tanti hanno voluto ribattere affermando che nel nostro territorio ormai vige la regola “due pesi e due misure” facendo riferimento al fatto che se il colpevole fosse stato straniero avrebbe suscitato ben altre reazioni. C’è chi ha riassunto il tutto scrivendo che se il colpevole non fosse stato un italiano i commenti sarebbero stati:
“A morte”, “Castrazione”, “Ruspa”, “Chiudetelo in una stanza con i parenti della vittima” ecc..
Invece, essendo italiano, il presunto colpevole viene quasi giustificato.
La band ha commentato così quanto letto in rete:
“Una ragazzina di 15 anni è con le sue amiche a vedere i fuochi, viene stuprata da un militare che oggi sarebbe andato a rappresentare l’Italia in una missione all’estero, e questi sono i commenti che si leggono sul web. Senza generalizzare, ma è davvero difficile negare che l’Italia è diventata un paese di merda. Solidarietà alla vittima e odio implacabile per questi subumani.
Anche Selvaggia Lucarelli ha commentato:
“Una ragazza di 16 anni è stata violentata e gli immancabili commentatori a piede libero scrivono che se l’è cercata. Miei cari amici uomini, se fosse vero che un certo tipo di abbigliamento legittima una reazione violenta, se il look altrui ci autorizzasse ad assecondare i nostri istinti, noi donne saremmo libere di finirvi a randellate ogni volta che girate con pinocchietti e borsello. E invece no, non funziona così. Se trovate disdicevole che una ragazza di 16 anni metta un paio di shorts, giratevi dall’altra parte o discutete delle sedicenni di oggi su qualche forum sugli adolescenti o in qualche raduno di salesiani, non sotto ad articoli che raccontano una violenza sessuale. E risparmiateci i “però”, “ma”, “eh ma anche lei…”, perché se a colpi di “eh, però lui era violento”, “eh, però lui ha mollato me e i miei figli senza un euro per una ventenne cubana”, “eh però lui ci provava con le sedicenni in shorts”, noi fossimo mai state autorizzate a reagire con violenza, vi sareste estinti da un pezzo”.
Poi su Twitter ha concluso:
“Logiche 2.0. Se uno stupratore è italiano lei se l’è cercata, se invece è straniero è il nostro governo che se l’è cercata”.