Ottaviano, stazione della linea A della metropolitana romana, è rimasta chiusa per 40 minuti ieri, sabato 4 luglio, a causa di problemi che hanno portato i passeggeri a respirare faticosamente. Si temeva il peggio, ma tutto potrebbe essere nato – almeno è quanto ipotizzato da Atac – a causa di una lite che avrebbe portato una persona ad usare lo spray al peperoncino
E’ stato un sabato tutt’altro che facile per le metropolitane capitoline. Prima è stata chiusa la stazione Pigneto, della linea C, poi è stata la volta della stazione Ottaviano, della linea A.
Nel secondo caso si è creato il panico tra i passeggeri che, improvvisamente, hanno iniziato a tossire e ad avere difficoltà respiratorie. C’è chi ha pensato il peggio, un attentato, chi ha pensato che qualcuno avesse spruzzato lo spray al peperoncino nel condotto di aerazione e subito i passeggeri sono scesi dal convoglio. Decine di loro intossicati.
E non è mancata la polemica nei confronti dell’azienda, rea di non aver dato spiegazioni tempestivamente e di non aver dato alcun supporto alle persone (critiche anche per aver annunciato la necessità di evacuare la stazione solo in lingua italiana).
Per 40 minuti Ottaviano è rimasta chiusa e sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno accertato l’assenza di sostanze anomale nell’aria. Solo in seguito l’Atac ha parlato di un atto vandalico e così è rientrato l’allarme. La nota pubblicata:
“È stata riaperta dopo circa quaranta minuti la stazione Ottaviano della metro A, chiusa a seguito di un atto vandalico. Intorno alle 19.30, infatti, un ignoto ha spruzzato uno spray urticante, forse a seguito di un litigio con un altro viaggiatore, costringendo l’azienda a procedere alla chiusura della stazione per provvedere alla bonifica dell’area. Il servizio sulla linea è stato sempre regolare. I treni, per tutta la durata delle operazioni di pulizia, immediatamente attivate da Atac, hanno effettuato servizio senza sostare in stazione. Atac stigmatizza l’accaduto e invita i passeggeri a un maggiore senso civico, ricordando che le infrastrutture e i mezzi del trasporto pubblico sono un bene comune e che comportamenti irriguardosi hanno sempre conseguenze anche sugli altri viaggiatori“.