Cellulari e schede ricaricabili: la nuova politica delle compagnie telefoniche prevede che durino 28 giorni invece dei precedenti 30 o 31, una pratica comunque legale
Uno stratagemma di cui pochi si accorgono e che fa perdere soldi preziosi: le schede ricaricabili di Vodafone, Tim e Wind non scadono l’ultimo giorno del mese ma dopo quattro settimane. Questo vuol dire che i giorni del mese che “avanzano” fanno parte della mensilità successiva, dunque è necessario rinnovare la scheda se si vuole continuare a usare il telefono cellulare.
Facendo due rapidi calcoli si arriva a una conclusione preoccupante, gli utenti sono costretti a pagare 13 mesi invece che 12 e l’8% in più rispetto a quando avvenuto fino a pochi giorni fa. Perché accade tutto questo? Il motivo va cercato nella nuova politica scelta dalle compagnie telefoniche con i piani tariffari a settimane. Una ricaricabile dura ora 28 giorni invece dei precedenti 30 o 31, il che vuol dire che le settimane da pagare in un anno sono 52, pertanto 13 mensilità.
Secondo l’associazione Federconsumatori è un trucco ben studiato per incassare denaro. La prima azienda che ha adottato i nuovi piani è stata la Wind, a cui si sono aggiunte le altre. Purtroppo il comportamento è legale, esiste una legge che prevede la possibilità di cambiare in maniera unilaterale le condizioni del contratto comunicando il tutto con almeno 30 giorni di preavviso, così che i clienti possano recedere. Il recesso è stato comunque impossibile, le alternative sarebbero state altre compagnie che hanno adottato la stessa politica.