Santori e Giudici sono intervenuti dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza sull’omicidio di Carlo Macro e hanno dichiarato: “Confidiamo nella decisione ultima del giudice per le indagini preliminari. Sia fatta giustizia per il bene della città”.
Le motivazioni pubblicate sulla sentenza che riguarda l’omicidio di Carlo Macro, il 33enne romano ucciso da un clochard privo di permesso di soggiorno (condannato in primo grado a 14 anni di reclusione), fanno discutere: il giudice non ha accolto la richiesta di riconoscere l’omicidio per futili motivi e a riguardo sono intervenuti Santori e Giudici:
“Siamo esterrefatti perché le motivazioni della sentenza per l’omicidio di Carlo Macro non soddisfano nessuno e rappresentano l’ennesima occasione persa per rendere giustizia di fronte ad un fenomeno di degrado umano e sociale sfociato in tragedia. In ogni caso è bene che la Comunità di S.Egidio si assuma le proprie responsabilità, avendo reperito ed assegnato la roulotte all’assassino clandestino Joseph White Clifford, così come a tanti altri criminali, con la connivenza del Campidoglio e di tutti i municipi di centrosinistra, complici e responsabili del degrado. Assieme a Giuliana Bramonti, mamma della vittima, che ha inviato una lettera al procuratore generale Pignatone, al ministro dell’Interno Alfano e al Prefetto Gabrielli, torniamo a chiedere che la nostra inchiesta sul fenomeno dell’abusivismo dei camper e delle roulotte adibite a dimora dei clochard sul territorio cittadino vada avanti e non venga archiviata. Dopo il nostro esposto, infatti, la Procura di Roma ha avviato un’indagine durata un anno, che ha coinvolto i Carabinieri e tutta la Polizia Locale ed ha consentito di iscrivere 15 persone nel registro degli indagati, sequestrare e distruggere numerosi veicoli ed ipotizzare l’esistenza di abusi ed occupazioni penalmente rilevanti, rivelazioni del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. Inchiesta che nelle battute finali è passata dal pm assegnatario dell’indagine ad altro pm che ha richiesto immediatamente l’archiviazione. Ci siamo opposti e confidiamo nella decisione ultima del giudice per le indagini preliminari. Sia fatta giustizia per il bene della città“.
Santori e Giudici hanno anche riportato la lettera di Giuliana Bramonti, madre del 33enne assassinato e presidente dell’Associazione Carlo Macro per la cultura della legalità:
“Sono Giuliana Bramonti, presidente dell’Associazione “Carlo Macro per la cultura della legalità”, e madre di Carlo Macro, cittadino romano di 33 anni assassinato ingiustamente e barbaramente il 17 febbraio 2014 dal clochard di cittadinanza indiana Joseph White Clifford, presente sul territorio italiano privo del permesso di soggiorno, con un decreto di espulsione del giugno 2012, già con precedenti penali, abitante in una roulotte abusivamente parcheggiata in via Garibaldi in Roma, messagli a disposizione dalla Comunità di S.Egidio ad agosto 2012, in evidente violazione delle leggi sull’immigrazione, di quelle urbanistiche e del codice della strada.
Oggi, che si è chiuso il primo grado del processo contro l’assassino di mio figlio, rivolgo un appello a tutti voi, per quanto di vostra competenza, affinché vi interessiate all’inchiesta svolta nei mesi scorsi dalla Procura, riguardante il fenomeno delle roulotte e dei camper adibiti a dimora dei clochard (Proc. Pen. n. 58090/14 R.G.N.R.). L’indagine, infatti, iniziata con un esposto di due esponenti politici locali, il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori ed il consigliere del Municipio XII Marco Giudici, ha fatto emergere un fenomeno inquietante di degrado, di illegalità e di ingiustizie. Un fenomeno che ha incrociato tragicamente il destino di mio figlio.
Dopo un anno di indagini è stata chiesta l’archiviazione. Un anno in cui si è parzialmente fatta luce su un fenomeno caratterizzato dal silenzio connivente delle istituzioni, da interessi trasversali, da illegittime interazioni tra privati e pubblica amministrazione, con la Comunità di S.Egidio che ancora oggi incentiva forme improprie di assistenza disseminando degrado su tutta la città. Un fenomeno diffuso che la nostra città deve respingere con vigore.
Infatti, nelle indagini svolte sono emerse conferme, oltre che dei reati denunciati, anche di altri gravi delitti contro la Pubblica Amministrazione per violazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Delitti che non hanno meritato alcun approfondimento. L’assassino di mio figlio, Joseph White Clifford, dimorava in una roulotte al Gianicolo e prima ancora di essere un assassino era definito un semplice indigente. Molti pregiudicati, spacciatori, rapinatori e delinquenti comuni dimoravano in altre parti della città e a tutt’oggi stazionano nei nostri centri abitati, spesso protetti da associazioni di volontariato ed enti locali.
Oggi il lavoro che la Procura di Roma sta svolgendo in questa fase complicata per reprimere il malaffare e promuovere la cultura della legalità nella nostra città è encomiabile. E se nel prossimo futuro Roma avrà un altro volto, questo sarà soprattutto grazie all’impegno dei magistrati sul fronte di inchieste importanti, come quella di Mafia Capitale. Ma una città grande come Roma non è solo Mafia Capitale. Sono tanti piccoli e grandi fenomeni che le amministrazioni locali non possono o non vogliono affrontare. Ed è ancora la magistratura che può risolverli con il consenso e il sostegno della gente comune.
Per queste ragioni, certa di rappresentare il sentimento di gran parte dei cittadini Romani, vi chiedo di fare il possibile per sensibilizzare gli organi competenti che valuteranno le ragioni dell’opposizione all’archiviazione presentata dai consiglieri Santori e Giudici, parti offese nel procedimento, perché questa città ha bisogno di un vento nuovo di giustizia e di legalità che in questa fase storica delicata solo la magistratura sembra essere in grado di offrire.
Certa di una vostra collaborazione, porgo distinti saluti. Giuliana Bramonti”.
