Roma, 9 gennaio- Dopo l’inchiesta lanciata dall’Espresso sui dati falsi riguardo all’acqua potabile nel comune di Napoli, la procura apre un’indagine per approfondire reati e responsabilità. L’indagine prende inizio dalle discrepanze fra le analisi effettuate dalle autorità campane ( Arpac) e quelle effettuate da tecnici statunitensi. Infatti i risultati italiani avevano dimostrato che l’acqua di Napoli ed altre città campane era potabile e i valori rientravano nei limiti stabiliti dall’Unione Europea. Però la stessa analisi compiuta dai laboratori statunitensi ha invece mostrato valori totalmente fuori dagli standard di sicurezza, i livelli pericolosi sono stati riscontrati nel 57 per cento delle abitazioni testate. Le analisi compiute fra il 2009 e il 2013 hanno portato le autorità americane a consigliare ai loro soldati di utilizzare solo acqua minerale in bottiglia per ogni uso di tipo alimentare, al di fuori delle basi. Mentre in questi anni, cittadini ignari hanno continuato a bere acqua potenzialmente rischiosa per la loro salute. Adesso i pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio della procura antimafia esamineranno entrambe le analisi per capire come sia stata possibile una tale discrepanza e, nel caso, chi aveva interessi ad occultare i veri valori delle acque. La procura antimafia ha accesso i riflettori su questa situazione anche perchè molti appalti proprio riguardanti impianti idrici e acquedotti sono stati affidati a Michele Zagaria, la mente imprenditoriale del clan dei casalesi.
di Elisa Bianchini