Giorgio Albertazzi è nato a Fiesole, provincia di Firenze, il 20 agosto 1923. Considerato una delle figure più illustri del teatro italiano, negli anni si è distinto anche come regista e poeta. Figlio di un ferroviere, trascorse la sua intera giovinezza in campagna, poi nel 1943, appena ventenne, si arruolò nella Repubblica di Salò e ricoprì il grado di tenente. Nel 1945, una volta sconfitta la Repubblica Sociale Italiana, fu arrestato e la liberazione avvenne nel 1947, quando si adottò la cosiddetta “amnistia Togliatti”.
Tornato in libertà, Giorgio Albertazzi proseguì gli studi e si laureò in architettura, ma soprattutto si dedicò alla recitazione, partendo dai fotoromanzi, per poi arrivare a teatro, cinema e tv. Nel 1949 debutto sul palco in “Troilo e Cressida” di Shakespeare, diretto da Luchino Visconti. Nel 1951 Leonardo Cortese lo diresse nel film cinematografico “Articolo 519 Codice Penale”, poi prese parte a “Don Camillo” e “Il Mercante di Venezia”.
Il successo per Giorgio Albertazzi arrivò grazie alla televisione e alla radio, i due mass media in forte espansione nel dopoguerra. In seguito recitò in “Delitto e Castigo”, tratto dall’omonimo romanzo di Dostoevskij. Durante le riprese si legò a Bianca Toccafondi, ma pochi anni dopo tornò da Anna Proclemer. Interpretò diversi sceneggiati televisivi di successo, ma la sua figura si legò sempre di più al teatro (nel 1964 debuttò a Londra con Amleto, diretto da Zeffirelli, per festeggiare i 400 anni dalla nascita di Shakespeare; nel 1969 fu Edipo in Edipo re), anche se nel frattempo si dedicò anche alla regia: nel 1969 girò “Jekyll”, tratto dal romanzo di Stevenson, mentre nel 1970 girò “Gradiva”, che dovette fare i conti con molti problemi e alla fine fu ritirato.
Tornò in televisione e prese parte alla serie Philo Vance, in cui recitò il ruolo dell’investigatore. La sua presenza in v da quel momento fu quasi nulla dato che si concentrò sul teatro e apparì al cinema. Nel 1980 si occupò della regia e dell’adattamento di Peer Gynt, mentre nel 1994 fondò e diresse, insieme all’Associazione Progetto CIttà, il Laboratorio Arti Sceniche Città di Volterra, dal quale uscirono diversi attori Non solo recitazione e regia: nel 1996 si candidò in Parlamento nel centrodestra, ma non entrò nella Camera perché ottenne solo il 31% delle preferenze. Così Giorgio Albertazzi tornò alla sua passione e nel 1997 collaborò con Giuni Russo in “Verba Tango”, mentre nel 1999 portò in scena “Borges in tango”.
Nel 2003 fu nominato direttore del Teatro di Roma e nel 2004 ricevette il Premio Gassman alla carriera. Quello stesso anno si occupò di alcuni spettacoli sulla storia del teatro insieme a Dario Fo e il tutto fu poi trasmesso dalla Rai. Nel 1007 sposò Pia de’ Tolomei, una nobildonna fiorentina, più giovane di 36 anni. Nel 2009 interpretò “Lezioni Americane” di Calvino ed “Edipo a Colono” di Sofocle. Per la Rai registrò una lettura della Divina Commedia ambientata fra le rovine del centro di L’Aquila, che andò distrutto a causa del terremoto.
Nel 2014 ha partecipato a Ballando con le stelle e tra il 2014 e il 2015 ha interpretato “Il Mercante di Venezia” al Teatro Ghione.