La Strage di Ciaculli è stato un attentato mafioso, dove persero la vita sette agenti delle forze dell’ordine, la Strage chiuse il ciclo della Prima guerra di mafia della Sicilia.
Poco prima dell’attentato a Ciaculli, ce ne fu un altro nelle vicinanze, a Villabate, di fronte all’autorimessa del boss Giovanni Di Pieri, dove fu abbandonata un’autobomba che esplodendo provocò la morte di due innocenti: Pietro Cannizzaro e Giuseppe Tesauro.
Dopo questa esplosione seguì una telefonata alla questura di Palermo che segnalava la presenza di un’auto sospetta nei pressi di Ciaculli. Una pattuglia dei carabinieri si recò nella borgata agricola, trovando un’Alfa Romeo Giulietta abbandonata con le portiere aperte. L’auto insospettì i carabinieri che chiamarono degli artificieri per scovare eventuali esplosivi. Durante l’ispezione fu trovata all’interno una bombola con la miccia, gli artificieri la disinnescarono dichiarando sventato il pericolo, fu così che il tenente Mario Malusa andò fatalmente ad aprire il bagagliaio dell’auto, azionando una seconda carica esplosiva collegata alla serratura, l’esplosione fu devastante uccidendo sette agenti intorno all’auto.
La strage restò impunita, anche se s’ipotizzò che l’autobomba era destinata al boss Salvatore Gerco, e che le due autobombe potrebbero essere attribuite a Pietro Torretta, Michele Cavataio, Tommaso Buscetta e Gerlando Alberti.
Oltre al tenente Mario Malusa persero la vita i marescialli Calogero Vaccaro, Silvio Corrao, Pasquale Nuccio, gli appuntati Fugenio Altomare e Mario Forbelli, e l’artificiere Giorgio Ciacci.
Roma, 30 giugno.
Strage di Ciaculli, l’attentato mafioso del 30 giugno 1963 | ITMTelevision
29 Giugno 2014 @ 21:52
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