Lo scandalo Mafia Capitale sta sconvolgendo Roma ma anche i partiti. Tra quelli che maggiormente hanno dato vita ad un dibattito interno il PD, ora commissariato proprio dal premier Matteo Renzi. E a scrivere preoccupato per la situazione è anche il sindaco di Fonte Nuova, nonchè membro dei democratici, Fabio Cannella, che si rivolge direttamente al primo ministro. Ecco di seguito la lettera inviata.
“Gentile Presidente,
siamo tutti a conoscenza, ormai, purtroppo, dello scandalo corruzione che sta coinvolgendo il limitrofo Comune di Roma. Roma capitale, appunto.
Ho avuto modo di dirle personalmente quanta grande sia la stima che ho nei suoi confronti, e quanta sia la fiducia che ho riposto io, come cittadino ancor prima che come Sindaco di questa città bellissima e cara che è Fonte Nuova, ed è proprio questa stima che mi spinge a scriverle questa lettera e a chiederle a gran voce quello che lei, prima di me, ha chiesto a se stesso e al Governo: che venga messa mano al sistema anticorruzione di questo paese.
Nella nostra storia sappiamo che quanti, prima di lei, misero mano ad un effettivo sistema di contrasto alla corruzione si resero conto di quanto la stessa avesse già delle dimensioni imponenti, per vastità, capillarità e capacità di infiltrazione nelle istituzioni tali che il solo impegno delle magistrature e delle forze dell’ordine sarebbe potuto risultare non sufficiente a fronteggiarla, soprattutto in fase di prevenzione.
Si introdusse allora la trasparenza, sperando che chiamando a partecipare a questa lotta i cittadini e la categoria dei dipendenti, soprattutto pubblici, potesse essere un modo per raccogliere notizie sul territorio, utili per interventi. La trasparenza ha preso il via con l’art. 11 del decreto legislativo Brunetta n. 150/2009, ripetuto e sviluppato dal1’art. 1 del decreto legislativo n. 33/2013, che ha riaffermato l’esistenza di un principio generale di “trasparenza assoluta….intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”; e facendolo, secondo l’art.4,“nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d’ufficio, di segreto statistico e di protezioni dei dati personali”.
Da Primo Cittadino di una realtà, per quanto piccola in confronto alle Capitali, ogni giorno mi rendo conto con forza crescente delle difficoltà dei miei concittadini, che sono lo specchio delle difficoltà dell’intero paese. Ogni mattina le mie energie ed i miei sforzi sono catalizzati sulle soluzioni ai problemi di questo Comune che ho l’onore, e l’onere, di amministrare, e nel mio piccolo mi impegno a dare il buon esempio, certo che se ognuno di noi assumesse in prima persona un impegno, e cercasse di portarlo a termine con onestà, il nostro paese sarebbe migliore. Certo che sia necessario dare l’esempio, e che sia un buon esempio.
In un momento storico in cui si stanno perdendo i valori, colui che traghetta un sistema complesso, sia un Comune, un Municipio o una Nazione, non può esimersi dall’applicare la diligenza del buon padre di famiglia. Non si può più fare a meno di mettere l’accento su onestà e altruismo, mettendo sotto i riflettori non solo le storture della vita quotidiana, ma ciò che si intende riscoprire.
Attualmente l’anticorruzione, ha dei limiti evidenti nella sua applicazione, non riuscendo a sfruttare tutte le risorse offerte. E se da una parte mi rinfranca l’annuncio dell’impegno preso, ovvero di curarla, dall’altra sono a chiederle di farlo rapidamente. Più rapidamente di quanto non corrano le cronache dei giornali con le quali quotidianamente ci scontriamo e che danno costantemente prova del fallimento di tutti i tentativi fatti fino ad ora per fermare la corruzione. Papa Francesco ha sottolineato, con straordinaria attualità, che la piaga della corruzione è un peccato tremendo, aggiungendo che: «Quando tutto finirà nessuno potrà portarsi dall’altra parte il frutto della corruzione». Io non posso che unirmi a queste parole, che ho voluto condividere con Lei e a cui, sono certo per la fiducia che in Lei ripongo, darà seguito dimostrando cosa voglia dire un Governo “del fare”.
16 dicembre 2014