Approvata in Senato legge antiterrorismo in secondo lettura presso l’Aula del Senato, nel testo sottoscritto dalla Camera, nella giornata di ieri 15 aprile. I voti favorevoli riscontrati sono 161, mentre i contrari 108 e un voto astenuto. Quindi, è stata approvata in Senato la legge antiterrorismo con i suoi relativi provvedimenti. Un decreto legislativo che era stata già promosso dalla Camera dei Deputati e non era stato sottoposto ad ulteriori modifiche.
Tra le principali normative contenute nella legge antiterrorismo se ne riportano alcune.
Foreign Fighters – Prevede che coloro i quali si fanno arruolare per il compimento di atti di violenza, finalizzati ad azioni terroristiche, saranno puniti con una condanna dai 5 agli 8 anni di reclusione. La medesima pena è stabilita anche per coloro che organizzano o finanziano oppure propagandano viaggi, sempre finalizzati al compimento di condotte terroristiche. Dunque, sarà avanzata una custodia cautelare in carcere.
Lupi Solitari – Prevede a coloro i quali si addestrano anche in solitudine, ossia acquisendo autonomamente istruzioni sulla preparazione o sull’uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, nonché di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose per la salute pubblica, nonché di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza, come quelli di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo, ponendo in atto comportamenti univocamente volti al terrorismo a livello internazionale, l’emissione di una condanna di reclusione che va dai 5 ai 10 anni. Il decreto legislativo, inoltre, stabilisce anche una pena per associazione terroristica, assistenza agli associati, arruolamento e organizzazione di espatrio a fini terroristici. In tal caso, verrà conseguita obbligatoriamente la pena accessoria della perdita della potestà genitoriale, nel caso in cui venga coinvolto un minore.
Internet – Il provvedimento apporta misure restrittive anche per quanto concerne il mondo del web. Infatti, si vogliono contrastare le attività di proselitismo attraverso l’utilizzo di Internet per mano dei foreign fighters. Difatti, l’uso degli strumenti informatici a disposizione diventa un’aggravante quando viene utilizzato per commettere reati legati al terrorismo, all’istigazione all’odio verso altri individui e apopologia del terrorismo stesso. Aggravanti analoghe che influenzano la condanna riguardano altresì i reati per detenzione di documenti falsi o per la fabbricazione degli stessi.
Black List Siti Web – Un determinato elenco di siti Internet, i quali vengono impiegati per attività e condotte di associazione terroristica, con finalità di terrorismo, deve essere costantemente monitorato e aggiornato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Questi ultimi, poi, devono segnalare la Black List alla Polizia Giudiziaria. Al riguardo, il decreto legislativo stabilisce che davanti a concreti elementi legati a delitti, con scopi terroristici, compiuti per via telematica, debbano essere rimossi i contenuti al pubblico ritenuti illeciti. Un provvedimento avanzato dal Pubblico Ministero attraverso la collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Nel caso in cui, invece, i contenuti divulgati dagli utenti e inseriti presso piattaforme riconducibili a soggetti terzi, viene ordinata la sola rimozione specifica dei medesimi contenuti. I fornitori dei servizi, pertanto, sono tenuti a provvedere immediatamente e non oltre le 48 ore dal ricevimento del notificato. Qualora il provider non adempisse a questo regolamento, scatta la relativa eliminazione all’accesso al dominio internet nei suoi confronti, nonché il sequestro preventivo dello strumento.
Al Procuratore Nazionale Antimafia vengono assegnati i compiti di gestione anche per quanto concerne la tematica dell’antiterrorismo. Inoltre, è stato stabilito che in questo ambito, nel caso in cui venga aperto un fascicolo di indagine, si possano ascoltare ed analizzare preventivamente il traffico dei dati sia telematici, che telefonici. Questi potranno essere conservati dall’autorità competenti fino al 31 dicembre 2016. Il medesimo discorso è da applicare ai dati relativi alle chiamate senza risposta, con la collaborazione contemporanea da parte dei fornitori dei servizi di telecomunicazione.
Fino al 31 dicembre 2016 è stata introdotta la possibilità per i servizi di informazione e sicurezza di poter svolgere colloqui, a fini investigativi, tenuti con i detenuti nelle carcere. Ciò con lo scopo di prevenire delitti con finalità terroristica di matrice internazionale. Tuttavia, prima di effettuate gli interrogatori sia il Procuratore Generale, presso la Corte d’Appello, sia il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorsimo verranno prima informati sul da farsi. Come quanto vale per la Polizia Giudiziaria, il provvedimento prevede che il personale dei diversi servizi venga autorizzato a condotte ritenute dalla legge reati, in merito ad una specifica serie di delitti commessi con finalità terroristiche, ponendo in essere, dunque, nei confronti dei detenuti la speciale causa di non punibilità. Il personale dei servizi in sede di deposizione, all’interno del corso di un procedimento penale, riguardante attività condotte sotto copertura, può indicare le generalità di copertura, impiegate nel corso di operazioni di questo genere. Il decreto legislativo vigente promuove la possibilità di rilasciare permessi di soggiorni agli stranieri, a scopi investigativi anche durante il corso di operazioni di Polizia, di indagini o di un procedimento, seppur relativi a delitti commessi per obbiettivi di criminalità transnazionale.
Dal 30 giugno 2015, tra l’altro, le 3 mila unità delle forze armate disposte lungo il territorio, al fine di controllarlo e tutelarlo, possono essere incrementate fino a 300 mila unità. Altra novità sulla legge antiterrorismo è che scatta l’arresto in flagranza dei così denominati scafisti. Infine, con questo provvedimento si autorizza la spesa per le missioni internazionali che verranno svolte nell’Unione Europea.
Questi alcuni punti principali sulla legge antiterrorismo approvata in Senato.
di Erika Lo Magro