Morto giornalista di Repubblica Mario Pirani a 89 anni a Roma, durante la notte tra il 17 e il 18 aprile. Marco Pirani era tra i fondatori del giornale La Repubblica, di cui era diventato Vicedirettore insieme a Gianni Rocca e Giampaolo Pansa e in ultimo, Eugenio Scalfari.
La perdita del noto giornalista e scrittore rappresenta un grave lutto sul fronte mondiale riguardo il campo culturale e giornalistico. Sconvolti gli amici e i colleghi di Repubblica e dell’Espresso. Mario Pirani dalla grande personalità ha condotto una vitta ricca di esperienze variegate tra loro.
Il giornalista Mario Pirani nacque nel 1925 a Roma e avrebbe dovuto compiere 90 anni nel mese di agosto. Era stato un bambino appartenente alla classe borghese, che si dirigeva in vacanza con la famiglia al Lido di Venezia. Fu uno tra gli iscritti al Partito Comunista Italiano, sul finire della guerra. Difatti, da adolescente ebreo visse uno scenario rilevante nella storia mondiale. Infatti, fu uno dei protagonisti del rastrellamento nazista, al quale è riuscito a scampare sotto le leggi razziali del tempo. Divenne, a suo tempo, un funzionario comunista e giornalista presso il giornale l‘Unità fino al 1961, poi risultò essere dubbioso sulle sue posizioni politiche. A seguito della repressione sovietica in Ungheria, ecco che inizio a distaccarsi dalle sue ideologie. Quindi, di lì perseguì un nuovo percorso. Ricoprì una sorta di ruolo di spia per la società Eni di Enrico Mattei, nel continente africano. Il progetto al quale partecipò si trattava di una crescente potenza economica, caratterizzata da una rilevante forza politica per l’Italia, per tutto il Mediterraneo e il Medio Oriente. Operò a fianco di una diplomazia parallela, lungo le coste del sud del Mediterraneo, nella partita ingaggiata con le sette sorelle, ovvero le note compagnie petrolifere, in grado di monopolizzare il Mondo. Rimase con l’Eni per la durata di sette anni, quando poi, nel 1968 fece ritorno definitivamente come giornalista del Giorno. Fu giornalista anche presso il Globo, vicedirettore di Repubblica e Direttore dell’Europeo per un breve periodo, per fare poi ritorno tra le pagine di Repubblica, fino al giorno del suo decesso. Fu l’unico ad apportare una novità assoluta nel campo giornalistico, in quanto desiderava e credeva nella presenza delle donne nel settore. Queste ultime furono inserite con grande bravura. Nonostante alcuni suoi trascorsi drammatici, è stata una brillante personalità da poter inserire in un percorso di vita soddisfacente e felice. Difatti, entrò a far parte di una classe dirigente che ha saputo farsi strada, sostenendosi a vicenda. Mario Pirani affiancò Giorgio Napolitano, fin dalla giovane età di 20 anni, con Enrico Berlinguer, con Giorgio Amendola, con Carlo Lizzani, Renato Guttuso, Giorgio Ruffolo e tantissime altri personaggi influenti. Mario Pirani era un giornalista parecchio attento ai suoi lettori. Era come ossessionato dall’idea del rispetto reciproco nei confronti di chi leggeva e per la loro intelligenza. Infatti, ogni volta che riceveva lettere o commenti rispondeva. Dal carattere forte e determinato era un uomo paziente, riservato ma ben propenso al dialogo. Considerato una perla di saggezza per i colleghi e gli amici, in quanto insegnava parecchie nozioni. Era di base comunista ma laico di sostanza. Si può inserire tra uno dei sostenitori del ruolo dell’impresa, della sua rilevanza nel sistema, rispettoso nei confronti dei sindacati ma piuttosto critico quando riteneva che questi assumessero atteggiamenti poco costruttivi. Negli anni ’80 era uno di quei personaggi che per primo si interesso alla tematica economica sul rispetto e controllo dei conti pubblici. Al riguardo, dichiarò: “L’economia è il vivere di ogni giorno“, dunque deve essere semplice e spiegare. Questo concetto era sempre presente settimanalmente sulla sua rubrica Linea di Confine, sulla quale scriveva e pubblicava anche gli aspetti quotidiani: dalla scuola, all’università, alla sanità, alle cura della città, al decoro dei monumenti e del territorio paesaggistico. Trattava la tematica sulla politica esaminandola dagli occhi di chi si è immerso in un mondo simile, in balia tra l’amore e la diffida. Era un uomo provocatore, in quanto possedeva una critica e acuta intelligenza, caratterizzata da raffinatezza, ironia e cultura. Provò soddisfazione e gioia quando nell’anno del 2013, in occasione dell’esame di maturità, uno dei suoi testi fu impiegato come traccia sulla prova di italiano. Questo era Stato, Mercato e Democrazia. Pirani si poneva in una concezione di mercato con le regole indette da uno Stato forte e credibile, che sappia farsi rispettare. In Italia per lui non c’era vera democrazia.
Inoltre, fu scrittore di parecchi libri tra i quali si ricordano “Il fascino del nazismo. Il caso Jenninger: una polemica sulla storia“, “Il futuro dell’economia visto dai maggiori economisti italiani“, “È scoppiata la terza guerra mondiale? Le democrazie tra pacifismo e difesa“. L’ultimo “Poteva andare peggio, mezzo secolo di ragionevoli illusioni” sul quale racconta non solo la sua storia ma anche quella di buona parte dei vecchi tempi trascorsi.
Questo un breve resoconto su una grande personalità che l’Italia ha perso. Così, oggi è morto il giornalista di Repubblica Mario Pirani a 89 anni.
Prevista per la giornata di domani camera ardente, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle ore 9 alle ore 19. I funerali si terranno lunedì 20 aprile, alle ore 11, nel tempio ebraico del cimitero israelitico di Prima Porta.
di Erika Lo Magro
Morte giornalista di Repubblica Pirani, Marino: "L'Italia perde un uomo di grande saggezza" - NewsGO
18 Aprile 2015 @ 19:17
[…] Ti può interessare anche: “Morto giornalista di repubblica Mario Pirani a 89 anni” […]