“Ieri sera abbiamo dovuto assistere all’inaudita passerella in tv del signor Batho Halilovic, il rom che si è autoaccusato di aver travolto con la propria macchina la donna uccisa davanti la metro Battistini“. Lo dichiara in una nota Cinzia Pellegrino, Referente dell’area tutela Vittime della Violenza di Fratelli d’Italia per Roma Capitale: “Senza pudore, con dovizia di particolari, quasi come stesse raccontando una favola, ancora una volta ubriaco, pure addormentandosi durante l’intervista, ha avuto il coraggio di lamentarsi delle contusioni subite a cause dell’impatto della macchina contro le persone. Alla vergogna umana non c’è mai fine. Vorremmo ricordare al signor Batho che, da ubriaco, ha intenzionalmente non rispettato il rosso del semaforo per sfuggire alle forze dell’ordine e che ha consapevolmente accelerato pur vedendo la gente attraversare la strada cosciente di poter fare una strage. Chiediamo a gran voce che abbia un solo vero grande coraggio, quello di chiedere scusa con umiltà e sincero pentimento ai familiari delle vittime, che si consegni alle autorità senza altre strumentalizzazioni e che, soprattutto, dica agli inquirenti dove si trovano gli altri due rom scappati la sera del delitto. Come tutti abbiamo capito, infatti, il vero autore dell’omicidio potrebbe essere il figlio, per il quale il signor Batho deve ben essere ritenuto complice della latitanza”.
Nel frattempo proseguono i controlli all’interno dei campi rom della Capitale per rintracciare i due fuggitivi che si trovavano nell’auto che mercoledì sera ha travolto 9 persone alla periferia di Roma, uccidendo nella sua folle corsa una donna di origini filippine. I primi a essere controllati sono stati quelli della Monachina e di Casal Lumbroso, dove sono state raccolte le testimonianze di diverse persone. Al momento sono al vaglio degli investigatori anche le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti sul luogo dell’investimento. Dai primi riscontri, come scrive l’Ansa, esisterebbero un video della parte posteriore dell’automobile ma non dei due fuggitivi. Al momento non esistono riscontri oggettivi tra i dati raccolti dagli investigatori e la versione fornita dal padre del 17 enne.