E’ stato promosso dal Senato, nella giornata di ieri 15 maggio, piano regolatore contro antenne selvagge di telefonia mobile per arginare l’inquinamento elettromagnetico. Ciò secondo una delibera in merito alla localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti di telefonia mobile, sottoscritta dalla Consigliera Sel, Gemma Azuni e dal Presidente della Commissione Ambiente, Athos De Luca. Così, è stato promosso dal Senato con 29 voti favorevoli, 3 contrari e 0 astenuti il piano regolatore contro le antenne selvagge per tutelare al meglio lo stato di salute dei cittadini.
Tale nuovo provvedimento prevede uno schema territoriale delle antenne telefoniche, un registro pubblico delle medesime e un Osservatorio di Settore sull’Inquinamento Elettromagnetico. Questo piano regolatore contro antenne selvagge si prefigge il principale scopo di “rendere più trasparente il percorso delle varie autorizzazioni e porre maggiore attenzione sia alla minimizzazione dell’esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici sia alla tutela dell’ambiente e del territorio“.
Tra l’altro, il nuovo decreto stabilisce la pubblicazione in rete del piano regolatore contro antenne selvagge insieme alla dislocazione sul territorio di centraline, al fine di misurare i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. I risultati di queste analisi dovranno essere resi noti a livello pubblico, nonché consultabili online da ogni individuo.
Nel dettaglio, il piano regolatore contro antenne selvagge prevede il divieto di installazione degli impianti presso i luoghi maggiormente frequentati nelle diverse ore quotidiane. Questi sono ospedali, case di riposo e di cura, strutture scolastiche, asilo nido, oratori, orfanotrofi e parchi giochi. Per tutti gli impianti già installati, invece, verrà stabilita la loro dislocazione. Inoltre, non sarà permesso installare ulteriori impianti su strutture costruite abusivamente.
Le aree territoriali sulle quali potranno trovarsi impianti di antenne sono quelle definite libere, ossia dove non venga costruito o dove vi è un carico urbanistico basso oppure su attività commerciali o grandi strutture alberghiere.
Si legge nella delibera: “Per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici” sono da preferire “l’accorpamento degli impianti su strutture di supporto comuni (cositing) preferibilmente in aree non densamente abitate, le installazioni interrate degli impianti tecnologici, su edifici tra i piu’ alti tra quelli vicini“.
Fonti Ansa