A due giorni dal derby Gabrielli ribadisce la necessità di regole all’interno delle curve: “Il tema delle curve è principalmente un tema di incolumità”
La tensione tra tifosi e istituzioni ormai non tende a diminuire a Roma e questo a causa delle note norme anti violenza introdotte a inizio stagione. In città è clima derby, ma per la prima volta i tifosi non andranno allo stadio a sostenere i propri colori. Il prefetto Gabrielli, già intervenuto in settimana, ha parlato della questione prima a Radio Radio e poi a Sky:
“Chi ha compiti di responsabilità può diventare oggetto di queste contumelie. Io non sono venuto qui con l’intento di unire contro di me le tifoserie di Roma e Lazio. Il tema delle curve è principalmente un tema di incolumità. Lo stadio è un luogo di pubblico spettacolo, non un luogo dove non esistono leggi e regole. I comportamenti sono mutuati rispetto alle situazioni. Le barriere non sono di cemento armato. Se si tornerà allo stadio a vivere la partita in maniera normale verranno tolte. Ieri vedevo del calcio internazionale. E credo che li non esista l’occupazione abusiva delle sedute, l’occupazione delle vie di fuga. Non si vedono le immagini che si vedono nelle curve nostrane, in particolare in quelle della Capitale. Mi rendo conto che in questo paese il concetto della responsabilità sia un concetto poco frequentato e poco utilizzato: io sono responsabile di quello che succede nei luoghi di pubblico spettacolo. Non me lo dimentico mai. E non me lo dimentico perché ho una responsabilità giuridica e soprattutto una responsabilità morale. Vorrei sapere da tutti quelli che oggi si strappano le vesti perché stiamo provando a riportare una situazione di normalità, se dentro le curve ci fosse l’eventualità di un morto o di un ferito grave, a chi andremo a chiedere conto? Sono certo che chiederebbero conto a me, così dice la legge”.
Ai microfoni di Sky Gabrielli ha ribadito il suo pensiero:
“Lo stadio, per quanto qualcuno lo consideri una zona franca, è un luogo di pubblico spettacolo. Nulla di tutto questo ha carattere punitivo, ha il carattere precipuo di affermare, anche nelle curve, il rispetto delle regole. Ho condiviso e continuo a condividere queste misure, continuo a sostenere che solo se ci sarà un diverso modo di atteggiarsi del tifo potranno essere riviste, ma non si pensi che il gioco sia del tipo non rientriamo finché non togliete le barriere. Se questo è l’atteggiamento, di derby senza curve ne vedremo in maniera industriale. È ovvio che stiamo prendendo in considerazione che ciò possa avvenire. Da un lato la risposta sarà repressiva per tutti i comportamenti lesivi dell’ordine pubblico e della sicurezza, tutto questo poi inevitabilmente andrà a restringere gli spazi di dialogo e confronto. Ognuno di noi non è responsabile solo delle proprie azioni, ma è responsabile anche delle comunità in cui vive”.