Nato a Bagheria il 27 maggio 1956, Giuseppe Tornatore è uno dei registi italiani più famosi e apprezzati a livello internazionale e nell’arco della sua carriera numerosi riconoscimenti, tra i quali anche il Premio Oscar. Figlio di un sindacalista, mostrò interesse per la regia già negli anni dell’adolescenza e, infatti, riuscì a mettere in scena testi di Pirandello e De Filippo. Solo in seguito si avvicinò al cinema e questo avvenne grazie al lavoro in RAI, che gli diede la possibilità di crescere professionalmente a partire dal 1974 con diversi documentari e cortometraggi.
L’esordio sul grande schermo avvenne nel 1984 con il film “Cento giorni a Palermo”, di cui fu produttore, co-sceneggiatore e regista della seconda unità. Per la prima da regista bisognò aspettare la realizzazione de “Il camorrista”, film tratto dal romanzo di Marrazzo e narrante la storia di Raffaele Cutolo. La risposta del pubblico e della critica fu positiva e lui fu premiato con il Nastro d’Argento come Miglior regista esordiente e con il Globo d’Oro.
Ma il vero successo arrivò con “Nuovo cinema Paradiso”, film nato grazie all’incontro con il produttore Franco Cristaldi e che viene ancora considerato come il film per eccellenza di Tornatore dato che, in seguito alle revisioni volute dallo stesso produttore, ottenne consensi internazionali e riconoscimenti come il Gran Premio al Festival di Cannes, il BAFTA e il Premio Oscar come Miglior film straniero. Da quel momento fu un susseguirsi di successi per il regista siciliano, che nel 1990 tornò con “Stanno tutti bene”, film in cui diresse Marcello Mastroianni e che racconta la storia di un padre che gira l’Italia per far visita ai figli. Anche in questo caso la critica lo accolse positivamente e fu premiato con il Nastro d’Argento per la Migliore sceneggiatura originale e con il Premio della Giuria Ecumenica al Festiva di Cannes. Il successo fu minore per “Il cane blu”, episodio per “La domenica specialmente”.
Nel 1994 diresse il giallo psicologico “Una pura formalità”, nel quale recitarono anche Gérard Depardieu e Roman Polanski. L’anno successivo tornò a dirigere un documentario, “Lo schermo a tre punte”, poi fu la volta de “L’uomo delle stelle”, in cui recitò Sergio Castellitto, e che gli fece vincere il David di Donatello, il Nastro d’Argento per la Miglior regia e il Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia. Affascinato dal monologo teatrale di Alessandro Baricco “Novecento”, decise di riadattarlo e così nacque il dramma “La leggenda del pianista sull’oceano, premiato con il David di Donatello e con il Nastro d’argento per Miglior regia e Miglior sceneggiatura, scenografia, fotografia e il Miglior attore protagonista (Tim Roth). Il film si avvalse della collaborazione di Ennio Morricone, che firmò anche la colonna sonora di “Malène, film del 2000 premiato con il BAFTA, che vede Monica Bellucci protagonista e che torna a parlare della vecchia Sicilia.
Dopo un lustro lontano dalla cinepresa, nel 2006 girò “La sconosciuta”, film candidato agli Oscar nel 2008 e vincitore di tre David di Donatello, mentre nel 2009 portò sul grande schermo Baarìa (Bagheria in siciliano), film che racconta la vita nel comune di Bageria dagli anni Trenta agli anni Ottanta. Nel 2010 ricevette la laurea honoris causa dall’Università IULM di Milano, poi nel 2013 uscì il film “La miglior offerta” e a questo seguì “La corrispondenza”, in cui viene raccontata la storia d’amore tra una studentessa universitaria fuori corso e un docente.