Sergio Mattarella è l’attuale presidente della Repubblica italiana ed è nato a Palermo il 23 luglio 1941 da Bernardo Mattarella e Maria Buccellato, che ebbero altri tre figli. Il padre fu un politico (come il fratello Piersanti, morto per mano della mafia nel 1980), e proprio i suoi impegni portarono la famiglia a trasferirsi a Roma, città in cui il giovane Mattarella militò tra le file del Movimento di Studenti della Gioventù Maschile di Azione Cattolica. Si diplomò al San Leone Magno e poi studiò giurisprudenza presso La Sapienza, dove si laureò con la lode.
Divenne avvocato a Palermo, sposò Marisa Chiazzese, con cui ebbe tre figli, e fino al 1983 insegnò diritto parlamentare. Con la morte del fratello decise di intensificare il suo impegno politico e così nel 1983 entrò a far parte della Camera dei Deputati per la Democrazia Cristiana e vi rimase fino al 2008. Diversi i ruoli istituzionali coperti: fece parte della Commissione Affari costituzionali, della Commissioni Affari esteri e del Comitato per la Legislazione, di cui fu anche Presidente; fu nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel 1987 (in quel periodo avvennero la riforma dell’ordinamento della presidenza del Consiglio e l’abolizione della ordinarietà del voto segreto in Parlamento), poi con il governo formato da Andreotti fu nominato ministro della Pubblica istruzione (di quel periodo la riforma degli ordinamenti della scuola elementare).
Nel 1990 lui e altri democristiani si dimisero in segno di protesta nei confronti dell’approvazione della legge Mammì e da quel momento divenne vicesegretario del partito, ruolo mantenuto per due anni. Rieletto nel 1992, un anno dopo entrò in vigore la legge Mattarella, conosciuta anche come Mattarellum (a dargli questo soprannome fu il politologo Giovanni Sartori), ovvero la riforma della legge elettorale rimasta in vigore fino al 2005. Quando nel 1993 ricevette un avviso di garanzia in merito alle indagini su Tangentopoli decise di lasciare ogni incarico, ma l’accusa (un imprenditore edile lo accusò di aver ricevuto 50 milioni di lire) cadde e lui fu assolto.
Mattarella non si fermò e fondò il Partito Popolare Italiano, ma ben presto si scontrò con Buttiglione e con la politica orientata a cercare un’alleanza con la destra rappresentata da Berlusconi e proprio per questo sostenne la candidatura di Prodi alla guida di una coalizione di centrosinistra. E con D’Alema alla guida del governo lui divenne vicepresidente del Consiglio, poi nel 1999 fu nominato ministra della Difesa, incarico tenuto fino alle elezioni del 2001 (in quel periodo fu abolito il servizio di leva obbligatorio e l’Arma dei Carabinieri fu resa autonoma). Nel 2001 ricandidò tra le fila de La Margherita, fu nominato prima vicepresidente e poi presidente del Comitato per la legislazione; nel 2006 fu rieletto l’ultima volta come candidato dell’Ulivo e promosse la fondazione del Partito Democratico. Nonostante decise di non ricandidarsi, rimase in politica e, infatti, fu nominato componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e poi giudice della Corte dei Conti.
La sua candidatura a presidente della Repubblica emerse già nel 2011, ma il mancato accordo tra forze politiche portò a cambiare strategia. Tuttavia, quando Napolitano si dimise nel 2015, il suo fu subito uno dei nomi caldi e, infatti, al quarto scrutinio fu eletto presidente della Repubblica grazie ai 665 voti ricevuti.