22 ottobre, Roma- Dopo gli scontri di piazza degli ultimi anni, nel 2010 contro la riforma Gelmini, poi gli Indignados nel 2011 e infine gli sprazzi di violenza di qualche giorno fa, nasce un opuscolo per riconoscere i black bloc in borghese.
Iniziativa divertente più che istruttiva. Ad esempio si “raccomanda attenzione a gruppi con le bandiere, perché i bastoni possono diventare vere e proprie mazze in ferro o legno”. Oppure “massima attenzione a gruppi vestiti in nero con grandi e all’apparenza pesanti zaini, perché di punto in bianco questi black bloc possono iniziare a bardarsi e coprirsi i volti per mettere in pratica le loro tendenze violente”.
E si continua sempre su questo tono.
I movimenti invece di rispondere alla provocazione evidente ne fanno un riutilizzo sarcastico pubblicando e diffondendo in rete un contro-opuscolo per riconoscere i Black bloc, che cita ad esempio che gli antagonisti ascoltano continuamente Laura Pausini, oppure espletano le loro funzioni sessuali solo la domenica, da soli o con altri. La più divertente è “fare attenzione alle cassiere acide e rabbiose, che tirano le uova, sperando che si rompano prima che tu le metta nella busta”.
Lo scherzo riesce molto bene, tanto che in rete sembra sparito il primo vademecum, però è importante notare quanta disinformazione viene data in merito ai tristemente noti Black bloc, qualcuno dice che non esistono, ma sono poliziotti infiltrati, altri che sono frange violente che fanno ormai parte della storia italiana, altri ancora che sono ragazzini arrabbiati con se stessi e con il mondo.
In questo guazzabuglio di riconoscimenti e non, non c’è però niente di informativo o vagamente utile per chi scende in piazza, magari con la famiglia e vorrebbe evitare di trovarsi proprio nel gruppo che adopera sistemi violenti. Tanto che il consiglio di provare a fotografare i Black bloc mentre si coprono i volti sembra più auto-lesionismo che un aiuto al “manifestante pacifico”.
I consigli si sprecano. L’unica cosa utile forse è non recarsi alle manifestazioni, in cui sono previsti scontri, da soli, ma sempre all’interno di un gruppo. Perché il gruppo protegge e si accorge della mancanza di qualcuno. In ogni caso è sempre necessario porre la massima attenzione, evitare fughe precipitose in caso di cariche della polizia e non allarmarsi per i lacrimogeni, perché hanno solo un effetto passeggero che sparisce in breve tempo.