Roma, 24 ottobre – Google è la migliore azienda in cui lavorare. Potrebbe sembrare strano, considerando che si tratta di una multinazionale ma in realtà il primo canale di ricerca al mondo è stato premiato dall’osservatorio internazionale Great Place to Work come posto di lavoro ideale. La sua innovativa politica sul personale, incentrata sull’integrazione totale del lavoro con la famiglia, è ciò che rende speciale il colosso.
Google impronta la sua politica aziendale interna su un ragionamento semplice: porre il lavoratore in una condizione ideale e renderlo soddisfatto corrisponde a un notevole miglioramento della sua produttività e del suo rendimento. «È un comparto tendenzialmente giovane — spiega Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia — che ha un approccio alle risorse umane un po’ diverso da quello tradizionale, tende a liberare creatività e ingegno». Nella classifica non è presente nessuna società made in Italy, caratterizzate, invece, da logiche interne profondamente ancorate all’idea dell’implementazione del profitto tramite lo sfruttamento dei lavoratori. Purtroppo l’effetto che si genera nel 90 per cento dei casi è opposto a quello desiderato. Il dipende sfruttato non rende e non produce come dovrebbe. A livello aziendale, dunque,non c’è differenza tra le grandi e le piccole-medie imprese: il lavoratore non è considerato come dovrebbe, ovvero come il mattone di una costruzione salda e duratura. Ce lo insegna Google, che generando un ambiente lavorativo sereno e piacevole ha creato un vero e proprio colosso.