Roma, 1 novembre -L’evasione dell’élite mondiale, secondo il lavoro dell’ex economista, capo dell’agenzia di consulenza finanziaria McKinsey, James Henry, dovrebbe aggirarsi intorno ai 21 trilioni di dollari. Un conteggio approssimativo se pensiamo poi che in questa cifra non rientrano i beni di lusso come le barche e che potrebbe salire fino a 32 trilioni.
Una vergogna quella dell’evasione che è una realtà grazie alle banche private che per alti guadagni sono disposte a mettere a disposizione dei grandi ricchi tutte le competenze per aggirare i controlli e trovare le scorciatoie più facili. Nei paradisi fiscali, come suggerisce il Fondo Monetario Internazionale, i conti versati dai soli paesi delle economie emergenti basterebbe per coprire il debito con il resto del mondo. Sono i paesi più ricchi di petrolio come la Russia, l’Arabia Saudita ma anche la Nigeria ad aver investito maggiormente nei conti bancari off-shore piuttosto che nel proprio paese e migliorare le condizioni di vita della popolazione. Secondo ancora Henry, 9,2 trilioni di capitale sono nelle mani di appena 92mila persone, lo 0,001 per cento della popolazione mondiale. Una disuguaglianza incolmabile se i politici di ogni nazione continuano ad agevolare con ogni mezzo i più ricchi.
Fonte: NoCensura