Roma, 13 novembre 2013 – In sole 48 ore ha superato le 1.500 adesioni la petizione internazionale promossa sulla piattaforma change.org dalla Paras (Pakistan Animal Rights Activists Society, Associazione Pachistana per i Diritti degli Animali) per protestare contro la struttura di cattività di Karachi (Pakistan) dove è attualmente detenuto un esemplare di beluga dell’età di dieci anni, catturato in natura e proveniente dalla Russia. L’animale, che appartiene ad una specie classificata dall’Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) ad alto rischio di estinzione, sarà costretto ad esibirsi negli spettacoli promossi dalla struttura di cattività.
Dopo avere scritto in passato all’ambasciatrice pachistana in Italia, oggi la presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali – Carla Rocchi – si è rivolta con una lettera all’ambasciatore italiano in Pakistan, esprimendo l’indignazione di moltissimi cittadini italiani e sollecitando un intervento sulle autorità pachistane per fermare l’uso di animali per iniziative tanto deprecabili.
«Questa – scrive Rocchi – rappresenta l’ennesima struttura di detenzione per i cetacei, specie dalle elevate capacità cognitive, costretti invece in spazi angusti e sottoposti a deprivazione alimentare per il loro addestramento, evidenti cause di continui maltrattamenti. Per queste ragioni auspichiamo che il Governo pachistano riconsideri la possibilità di non aprire mai al pubblico una struttura causa di sofferenza per animali nati liberi.»
Qualora il Pakistan non dovesse tornare sui suoi passi l’Enpa potrebbe invitare i cittadini italiani a non recarsi nel Paese per motivi turistici.