Roma, 17 novembre – Pippo Civati, candidato segretario del Partito Democratico, non utilizza giri di parole per criticare l’atteggiamento della segreteria sul Ministro della Giustizia in merito alle telefonate sul caso “Fonsai-Ligresti”e dalle colonne del suo blog scrive: «Siccome per la serie “gli argomenti più stupidi del mondo” il Partito Democratico dice di non poter “sfiduciare” la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi. Martedì presenterò un testo all’assemblea del gruppo. Basta con l’ipocrisia. Non se ne può più».
Il prossimo 20 novembre la Camera discuterò la mozione di sfiducia al Ministro della Giustizia presentata dal Movimento 5 Stelle in seguito al caso delle relazioni telefoniche tra Annamaria Cancellieri ed i familiari di Giulia Ligresti, detenuta a Torino dopo l’arresto per l’inchiesta sul gruppo Fonsai. Sino ad ora, il Partito Democratico è apparso diviso: da una parte c’è l’esigenza di non creare guai al governo Letta, dall’altra c’è la perplessità suscitata dall’intimità del ministro ad una delle famiglie imprenditoriali più celebri d’Italia. A tirare ulteriormente la corda della tensione, c’è la possibilità di creare un nuovo scontro con Silvio Berlusconi nel caso si prospettasse l’ipotesi della sostituzione di un dicastero così importante.
Dalla giornata di ieri circola sempre più insistente l’ipotesi che Annamaria Cancellieri possa entrare nell’inchiesta torinese in veste d’indagata. L’ipotesi sarebbe quella di aver omesso dettagli importanti durante le sue dichiarazioni ai pubblici ministeri ed anche tra i democratici acquista sempre più corpo il fronte pro-dimissioni.
Gianni Cuperlo, candidato alle primarie per la segreteria del Partito Democratico dichiara a Repubblica: «C’è una questione di opportunità politica, credo che il ministro Cancellieri, per la sua storia, sia la prima persona interessata a valutare, con Letta, se ci sono le condizioni per continuare a fare il Guardasigilli con serenità. Non sarebbe accettabile che le dichiarazioni del ministro vengano poi smentite da circostanze di fatto». Dunque, nessuno sconto anticipato, come avverte Cuperlo: «La Cancellieri dirà la sua in aula, poi discuteremo e valuteremo come gruppo».
Le personalità nell’orbita di Matteo Renzi appaiono ancor più determinate verso questa direzione. La parlamentare renziana Maria Elena Boschi dichiara nettamente: «Il ministro Cancellieri deve dimettersi. Io al gruppo del Partito Democratico ribadirò questo. Poi le decisioni si prendono insieme». C’è da precisare che, al momento, non sono emersi comportamenti palesemente illeciti. Tuttavia, la Boschi dichiara che il Ministro: «Ha dato l’idea profondamente sbagliata di un sistema in cui solo se conosci qualcuno riesci a vedere tutelati i tuoi diritti. Se questa vicenda fosse arrivata dopo l’8 dicembre, data delle primarie – conclude la Boschi – il Partito Democratico avrebbe già chiesto le dimissioni. Al momento, il segretario è Epifani e vedremo che cosa proporrà».
Toni molto più cauti arrivano da un democratico di governo come Dario Franceschini, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, anche lui intervistato da Repubblica. Egli dichiara come “atto dovuto” quello di respingere la mozione del Movimento 5 Stelle. Sul resto, invece, deciderà il solito gruppo: «Quanto a me – precisa – al riguardo condivido le parole e i gesti del premier e del Capo dello Stato». Sia Giorgio Napolitano che Enrico Letta nei giorni scorsi hanno ripetutamente manifestato il loro sostegno ad Annamaria Cancellieri. «Non mi scandalizzo di un dibattito con opinioni diverse sull’opportunità delle sue dimissioni – conclude Franceschini – tenendo ferma l’assenza di fatti di rilevanza penale».