Roma, 8 novembre – La crisi cambia le usanze e le tradizioni dei vivi e dei morti. Secondo Codacons, infatti, sembra che stia prendendo sempre più piede la cremazione invece della classica inumazione a terra o tumulazione in loculo, tipiche della tradizione cattolica. Prima fra tutte in questa scelta la regione Sardegna dove l’incremento delle cremazioni è pari al 63,9 per cento solo nel 2012. Sarà la crisi? Dati alla mano un funerale “classico” può costare anche 15mila euro. Per una bara, infatti, si può spendere da un minimo di 500 euro fino ad oltre 15mila euro, a seconda della tipologia della cassa, del legno, del rivestimento interno, degli inserti scelti. Mediamente in Italia il costo di una corona di fiori varia dai 100 ai 200 euro, quello di un cuscino dagli 80 ai 150 euro, quello della lapide dai 500 ai 1500 euro, mentre per gli annunci mortuari si spende dai 300 ai 1000 euro.
Un funerale costa nelle città del sud Italia mediamente il 15-20 per cento in più rispetto al resto d’Italia. Soprattutto nel centro sembra che l’ultimo saluto ai propri cari sia un rito particolarmente importante dove i parenti non badano a spese. Ultimamente però sembra che un pò ovunque stia prendendo piede la pratica della cremazione che prevede costi nettamente inferiori rispetto al rito classico. In Italia, rispetto agli altri Paesi, ci si ferma per ora al 14,3 per cento ma la crescita è evidente e secondo il Codacons è stata del 25 per cento negli ultimi due anni. D’altronde si tratta solo di un ritorno alle origini visto che gli antichi greci cremavano i morti già 3mila anni fa e la pratica era diffusissima anche nell’antica Roma.