Roma, 15 novembre – Il trend dei fallimenti in Italia sembra seguire di pari passo la crisi economica che sta colpendo un pò tutti i settori, anche perchè la causa primaria va ricercata proprio lì tra i manuali di economia e di finanza internazionale oltre che nella politica che stenta a trovare soluzioni concrete. Da inizio 2013 nel Belpaese si sta consumando il dramma dei circa 10mila fallimenti soprattutto nel settore dei servizi, ma non mancano “saracinesche” abbassate anche nell’artigianato e nel settore manifatturiero oltre a quello edilizio che è tra gli ambiti imprenditoriali più colpiti. Rispetto ai primi nove mesi del 2012 la crisi ha fatto un balzo in avanti di oltre dieci punti in percentuale e, dato assai preoccupante, a livello geografico tra le regioni che stanno pagando maggiormente in termini di fallimenti ce ne sono alcune del nord. Su un totale di circa 10mila casi di chiusura dell’attività un quinto spetta alla Lombardia. Male anche Veneto e scendendo Emilia Romagna e Lazio. Negli anni ’30 il celebre Crivel cantava “Ma cos’è questa crisi?”. Oggi se lo chiedono almeno 10mila imprenditori italiani costretti al fallimento. E la musica sembra davvero non voler cambiare.