Roma, 4 novembre – Una volta bisognava tacere perché il nemico ci ascoltava. Ora bisognerà tenere la bocca chiusa se non ci si vuol prendere la salmonellosi. Il motivo? È presto detto. Il tema della sicurezza alimentare rappresenta uno degli argomenti ai quali viene dedicata sempre maggior sensibilità e tempo da tutti di noi. Specialmente quando si tratta di ingurgitare ingredienti di dubbia provenienza ma alla disponibilità di chiunque e presenti nelle cucine di chiunque. Anche nella mia (notorio anticristo di padelle e tegami).
Dopo l’allarme lanciato qualche settimana fa per i frutti di bosco scandinavi contaminati da epatite, questa volta il nemico si materializza in una versione indispensabile, irresistibile e subdola: le spezie. La FDA (Food and Drug Administration) ha annunciato come almeno il 7% delle spezie importate ogni anno negli USA presentino una contaminazione da salmonella.
Un dato decisamente allarmante ed emerso a seguito di uno studio effettuato dal 2007 al 2010, il quale ha dimostrato come il rischio derivante dalle spezie per la contaminazione di batteri pericolosi sia il doppio rispetto a quello che può derivare dai cibi importati. Gli scienziati hanno riscontrato ben ottanta tipi diversi di batteri della salmonella nelle spezie controllate. Ciò costituisce un risultato che rischia di produrre episodi d’incontrollato panico nei consumatori più ansiogeni che utilizzano questo tipo d’ingrediente nelle loro cucine. Dunque: qual è la soluzione? Mangiare cibi insapori per tutta la vita? Giammai! La FDA consiglia di non interrompere il loro utilizzo, bensì di sbizzarrire la propria fantasia culinaria durante la cottura dei cibi: è sufficiente far raggiungere all’alimento una certa temperatura per eliminare naturalmente la presenza dei batteri.
Qualche (giustificato) curioso può ancora chiedersi: come è potute accadere che alcune spezie siano state contaminate da questi batteri così pericolosi per la nostra salute senza che nessuno abbia alzato un dito? La FDA ha spiegato come questi ingredienti, spesso, provengano da coltivazioni di grandezza minore, nei quali, probabilmente, non vengono effettuati gli stessi di controlli sanitari operati sui grandi appezzamenti.