Roma, 8 novembre – Si è presentato in tribunale silenzioso, come privo di emozioni, Liam Culverhouse, il soldato che nel 2011 aggredì la sua figlioletta nella culla. I problemi per il soldato erano iniziati già nel 2009 quando in Afghanistan, durante un attentato, perse un occhio e diversi compagni morirono. Congedato dalle armi dopo l’incidente, la mattina dell’8 maggio 2011 Liam aggredì senza motivo, come colto da un raptus omicida, la sua bambina di 19 mesi che si trovava nella sua culla.
Vedendolo la compagna lo aveva bloccato e aveva chiamato immediatamente i soccorsi ma era troppo tardi. Da quella mattina la bambina è entrata in coma e ha lottato fra la vita e la morte fino a ieri quando è deceduta. Liam Culverhouse è stato ritenuto colpevole dell’omicidio dalla Corte di Nottingham ma lui, nonostante la perdita e la condanna, non ha manifestato alcuna emozione.