Roma, 8 novembre L’ex studente italiano Nicola Tanno, perse un’occhio per un proiettile di gomma, sparato dalla polizia spagnola, durante i festeggiamenti a Barcellona per la vittoria in finale della Spagna. Oggi vince la sua battaglia giuridica, i proiettili in caucciù non verranno più utilizzati.
Nicola Tanno, originario di Campobasso, si trovava in Spagna per studiare. Nel 2010, scese in piazza a Barcellona, per festeggiare, insieme ad altre migliaia di persone, la vittoria ai mondiali di calcio della squadra iberica, poi la tragedia.
Un poliziotto, senza ragione, sparò proiettili di gomma, colpendolo in pieno viso, inutile la corsa in ospedale e il tentativo dei medici, Tanno perse la vista dall’occhio destro. Da quel momento per lui è iniziata la battaglia per avere giustizia, il tribunale gli ha concesso un risarcimento statale per la ferita, ma il poliziotto che ha sparato non è stato mai identificato e così la causa penale è finita in archivio.
Intanto però il ragazzo ha costituito un comitato contro gli abusi della polizia spagnola, riguardanti sia i proiettili di gomma, ma anche le violenze e le lesioni a manifestanti o privati cittadini. Il comitato è cresciuto in fretta, e fra i suoi partecipanti non c’erano solo vittime di abusi, ma anche attivisti, studenti e semplici cittadini sensibilizzati sul tema. Le richieste di risposte e prese di posizione ferme da parte del governo divennero così tante e così assillanti da non poter essere più ignorate, così il Parlamento istituì una Commissione d’inchiesta.
La commissione, a cui è intervenuto lo stesso Tanno, ha decretato illegali i proiettili di gomma in caucciù, bandendoli dall’utilizzo a partire dall’aprile del 2014.
Per Tanno e tutti i suoi sostenitori e compagni è un vero e proprio successo «Un successo frutto della mobilitazione che abbiamo generato, della partecipazione dal basso, della pressione verso le istituzioni che in questi anni è stata forte. Abbiamo incontrato le istituzioni catalane e la polizia spagnola, li abbiamo sfidati sul terreno dei contenuti, realizzando un rapporto dettagliato, raccogliendo tutto il materiale a disposizione. Alla fine il Parlamento ha dovuto dare ragione a noi e non ai sindacati di polizia »