Roma, 20 novembre- Il tifone e la pioggia in Sardegna hanno provocato 16 morti. Mentre si dichiara lo stato di allerta e si prova a ricominciare, vengono alla luce le storie delle vittime.
In poche ore è caduta la pioggia di sei mesi, in una terra non abituata alle alluvioni. L‘ondata d’acqua ha travolto tutto, colpendo le case, le cantine, le auto e le strade. Sono stati molti gli anziani che non ce l’hanno fatta, più fragili e più soli degli altri sono morti nelle loro case. Ricordiamo Anna Ragnedda aveva 83 anni, è morta nella sua casa di Olbia, in via Lazio. La figlia l’aveva appena lasciata, doveva arrivare la badante, ma il disastro non le ha permesso di raggiungere l’abitazione. I soccorritori l’hanno trovata nel suo letto, morta annegata, forse senza neanche accorgersene. Anche Maria Massa è deceduta nel suo appartamento di via Romania, sempre a Olbia. Vedendo il torrente di detriti era scesa in cantina per valutare i danni, è stata la sua ultima decisione, scivolando sul pavimento bagnato, ha battuta la testa.l E’ morta annegata, senza poter far nulla. E poi ancora Vannina Figus, 64 anni, era con il marito quando la furia dell’acqua ha travolto la loro casa. Bastavano pochi gradini in più e si sarebbe salvata, ma mentre saliva quella scala, con il marito che le teneva la mano, l’acqua è arrivata e l’ha trascinata via. E’ stata ritrovata, annegata, l’uomo è in ospedale in stato di forte shock. C’è ancora un disperso (contato fra le 16 vittime) di 62 anni, aveva issato il figlio su un albero per salvarlo, ma lui non ha fatto in tempo ad arrampicarsi. Il figlio Marco lo ha visto lottare e riemergere più volte fra la melma, finchè è scomparso del tutto.
Nel pomeriggio tantissimi giovani, provenienti da tutta la Sardegna, sono attesi ad Olbia. Si sono dati appuntamento attraverso Facebook e arriveranno per portare il loro aiuto, qualsiasi cosa serva. Partendo da qui, dalla solidarietà e dall’unione in un disastro che ha colpito tutti, la Sardegna si rialza.