Roma, 14 novembre – Il governo annuncia l’arrivo di una nuova e quanto mai probabile tassa, la Tuc ( tassa unica comunale), che sembra ancora più salata rispetto alla tanto temuta Imu.
Dopo gli scontri interni nel governo, fra Pd e Pdl, si era deciso per l’abolizione dell’Imu, soprattutto dalla prima casa, ma indubbiamente nella situazione di dissesto economico del nostro Paese era necessario trovare un nuovo modo per reperire comunque i fondi. Così stava nascendo la Trise, che avrebbe accorpato sia l’Imu che la tassa comunale sull’immondizia. I dubbi in proposito erano molti fin dall’inizio, visto che era stato annunciato un pagamento non solo per i proprietari di immobili, ma anche per gli inquilini. Ovviamente si sono alzate immediatamente le barricate, sia dei sindacati che delle associazioni e l’ipotesi Trise, accusata di costare ai contribuenti molto più dell’Imu, è stata archiviata. Ma come si dice le tasse escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Il governo si è celermente messo al lavoro e ha ideato la Tuc, la nuova tassa, che riguarderà soltanto gli immobili, lasciando fuori la tassa sui rifiuti, che i contribuenti pagheranno a parte. La Tuc riguarderà nuovamente sia i proprietari degli immobili che gli affittuari, con un importo pari « all’1,5 per mille per gli utilizzatori a qualsiasi titolo dell’immobile e i proprietari degli stessi con un’ulteriore aliquota dell’1 per mille, con esclusione, per quest’ultima, delle unità immobiliari adibite ad abitazione principale». Quindi l’utilizzatore di un immobile, che sia esso proprietario o inquilino, pagherà 1,5 per mille, con un aggiunta dell’1 per mille, questa soltanto per i proprietari, se non si tratta di prima casa.
La Trise che, come dicevamo, è tramontata per la stangata eccessiva sui cittadini, prevedeva un aliquota per proprietari o inquilini dell’1 per mille, quindi adesso ci sarebbe un aumento dello 0,5 per mille. Senza dimenticare però che i Comuni hanno la facoltà di aumentare l’aliquota fino al 2,5 per mille.
La Tuc sarà discussa a breve in Senato e sono in molti a chiedere immediate modifiche o la cosiddetta società civile si mobiliterà anche con “manifestazioni fuori controllo”.