Roma, 8 novembre 2013 – Una storia tutta all’Italiana, in cui chi dovrebbe pagare le conseguenze di un orribile crimine non lo farà mai; si tratta di un omicidio risalente al 1990, quando un uomo, Giulio Cesare Morrone uccise la moglie di 35 anni. Dopo la denuncia della scomparsa, la polizia indagò a lungo ma senza risultati; il corpo non fu mai ritrovato e il caso fu archiviato come una scomparsa volontaria.
Dopo 22 anni, l’assassino decise di liberarsi la coscienza da questo orribile gesto e raccontò tutto ad un prete in confidenza. Il prete, non rispettando il segreto (anche se non si trattò di una confessione), rivelò tutto quanto a una terza persona, la quale è andata alla polizia a denunciare tutto. Le indagini furono riaperte e Morrone venne riconosciuto colpevole; si scoprì che fu proprio lui a disfarsi del corpo della moglie in provincia di Ferrara.
Tuttavia, passerà nemmeno un giorno in carcere. Il reato di omicidio, non aggravato da futili motivi, è andato in prescrizione. Solo quest’ultima aggravante avrebbe reso il reato imprescrittibile, poiché l’articolo 157 del Codice Penale prevede che non vi è prescrizione per i reati che prevedono la pena dell’ergastolo.
Grazie a questo piccolo cavillo giudiziario l’assassino non sconterà mai la sua pena, e la famiglia della vittima non avrà mai giustizia.
Fonte: affaritaliani