Roma, 18 dicembre – E’ caos in Commissione Bilancio per l’approvazione dell’emendamento sulla web tax. Scomparso dalla google tax, infatti, l’obbligo di aprire la partita Iva per tutti i soggetti che effettuano il servizio di commercio elettronico diretto o indiretto. Rimane invece in piedi la necessità di dotarsi della partita Iva per la pubblicità online e per il diritto d’autore. La web tax è stata discussa la scorsa notte quando, dopo la bocciatura da parte di Matteo Renzi, la Commissione Bilancio della Camera ha chiuso l’esame della legge di stabilità che approderà in Aula questo pomeriggio con tutte le novità apportate a Montecitorio, a partire dal nuovo fondo per il cuneo fiscale. Il governo potrebbe porre la fiducia, per accelerare i tempi. Obiettivo quello di non penalizzare eccessivamente i giganti e tutte le imprese che operano su internet. Quella che ha votato ieri notte è stata però una commissione decimata , visto che i gruppi si erano spaccati poco prima dell’una sull’emendamento che il Movimento 5 Stelle ha definito “un favore a De Benedetti e a Sorgenia“, che verrebbe sollevata dal pagamento di 23 milioni di euro di oneri di urbanizzazione legati alla costruzione della centrale elettrica di Turano Bertonico (Lodi). Di fronte all’approvazione proprio di questo emendamento originariamente voluto da Scelta Civica, M5S e Forza Italia hanno infatti abbandonato i lavori della Commissione, che da quel momento ha proseguito l’esame a ranghi ridotti.
Il Pd ha quindi ritirato l’emendamento presentato da Luigi Bobba per la ridefinizione della tobin tax, che i democratici volevano allargare a una base più ampia, abbassando l’aliquota allo 0,01per cento. Il Pd ha comunque ottenuto l’impegno del governo ad esaminare la questione con la stessa commissione Bilancio entro il mese di gennaio, affrontando in modo più vasto ed organico il tema durante il semestre italiano di Presidenza del Consiglio Europeo.
Ma tra le novità approvate ieri alla Camera spicca anche l’istituzione del Fondo taglia-cuneo per la riduzione della pressione fiscale cui saranno destinate le risorse aggiuntive della spending review e della lotta all’evasione fiscale. I benefici saranno allargati anche a pensionati, professionisti e piccolissime imprese e non riguarderanno dunque soltanto l’iniziale platea di lavoratori e aziende. Via libera anche alla sanatoria sulle spiagge, all’emendamento sugli stadi e alla rottamazione delle cartelle di Equitalia che potranno essere pagate senza interessi purché in un’unica soluzione entro il 28 febbraio 2014.
(Il Fatto Quotidiano)