Roma, 1 dicembre- Aumentano gli scontri e la violenza in Ucraina, in 350 mila sono scesi in piazza per protestare contro il no all’Europa del presidente Yanuchovich. Non si vedeva una tale folla sfilare dal parco di Taras Shevchenk a Piazza dell’Indipendenza fin dalla rivoluzione arancione. Tanti i motivi della protesta contro , soprattutto il suo no ad avvicinarsi all’Unione europea a causa delle ingerenze di Mosca. Il popolo in piazza ha ribadito l’indipendenza dello Stato che non può e non deve sottostare agli ordini di Putin. Intanto, almeno a parole, il Presidente tenta di abbassare i toni dichiarando la sua non contrarietà all’Europa e l’ assoluta indipendenza dalla Russia «Farò tutto quanto è in mio potere per accelerare il processo di avvicinamento di Kiev all’Ue. L’Ucraina ha fatto la sua scelta geopolitica nel 1991,siamo un popolo europeo e la nostra strada è stata tracciata dalla storia. Ma al tempo stesso è mia profonda convinzione che il nostro governo debba far valere il suo ruolo di partner alla pari nell’associazione alle nazioni europee. E al momento questo non si sta verificando, ecco il perchè del mio no all’accordo». Ma mentre nei discorsi viene conservato un tono civile e pacifico, questo non avviene nella gestione delle proteste e del forte risentimento popolare. Dopo aver proibito i cortei fino al 7 gennaio, contro i manifestanti, che hanno disobbedito ai divieti, sono state schierate le teste di cuoio. Pesantissimi gli scontri, con lancio di fumogeni e violente cariche sui manifestanti. Sono stati massacrati anche i giornalisti, a cui inoltre sono state rotte o sequestrate le attrezzature. Il risultato è di centinaia di arresti e di feriti fra i manifestanti e cinque poliziotti contusi. I leader delle proteste accusano il governo di accentuare appositamente gli scontri, in modo da poter dichiarare lo stato di emergenza «Sappiamo che il presidente vuole dichiarare lo stato di emergenza nel Paese» ha affermato l’ex ministro dell’economia Arseny Yatsenyuk. Il governo ha dichiarato in proposito che l’Ucraina non è una dittatura come la Libia o la Tunisia e le proteste popolari devono rispettare gli ordini e i divieti governativi, perchè in caso di violenze o provocazioni le forze dell’ordine reagiranno nuovamente.