Roma, 20 gennaio – Nei giorni scorsi nuovo terrificante attacco alla biodiversità con la massiccia cattura di un branco di oltre 250 delfini appartenenti alla specie dei tursiopi ha avuto luogo nelle acqua antistanti Taiji. Tra le vittime c’è anche un rarissimo delfino albino, un cucciolo, che non è stato ucciso ma strappato alla madre per essere destinato al Museo delle Balene di Taiji dove sarà recluso in una piccola vasca ed esposto come attrazione e venduto al miglior offerente per essere destinato a vita in un delfinario. Infatti, l’obiettivo della struttura, che dipende dalla municipalità della città giapponese, è proprio quello di sfruttare gli esemplari che presentano particolari caratteristiche fisiche per attirare visitatori in una località altrimenti ai margini dei circuiti turistici. Questo era già successo con un esemplare di delfino altrettanto raro – aveva quattro pinne invece di due – sopravvissuto nel “museo” solo per sei anni e mezzo, come ha denunciato Ric O’ Barry, coordinatore della campagna internazionale a difesa dei delfini.
«La detenzione del cucciolo albino nella vasca del “museo” rappresenta un gravissimo pericolo per la sua sopravvivenza – spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa – . Questo perché il delfino, oltre ad essere stato strappato anzitempo a sua madre, che sta per essere massacrata insieme agli altri esemplari, richiede, proprio in quanto albino, cure particolari. Infatti, a differenza degli altri esemplari della sua specie, i delfini albini risultano più esposti al rischio di contrarre malattie della pelle ed altre gravi patologie, soprattutto se reclusi in cattività».
Il povero cucciolo di delfino rappresenta dunque il simbolo delle crudeltà e delle atrocità che da anni si perpetrano nella baia di Taiji, crudeltà diventate di pubblico dominio grazie al documentario premio Oscar “The Cove“, e che l’Enpa da sempre denuncia. Atrocità che hanno visto anche la netta e ferma presa di posizione dell’ambasciatrice americana in Giappone, Caroline Kennedy che ha condannato tale barbarie su Twitter. Il mondo intero sta protestando contro questa ennesima mattanza, attori e personaggi della cultura e dello spettacolo internazionali stanno esprimendo il loro disappunto e il disgusto per questa pratica tanto barbara quanto incivile: da Yoko Ono ai report di tutti i principali telegiornali dagli Usa all’Australia. «La Protezione Animali lancia un appello al Ministro Bonino affinché il nostro Paese dia prova di altrettanta sensibilità e civiltà prendendo posizione contro la barbarie di Taiji – prosegue Ferri -. Il mare e tutti i suoi abitanti, infatti, sono patrimonio comune dell’umanità: schierarsi a loro difesa, dire basta alla cattività ed alle stragi di animali, significa proteggere una biodiversità sempre più minacciata e depauperata dall’uomo. Significa assicurare un futuro anche alla nostra specie.»
(Enpa)