Roma, 21 febbraio – Si chiama Nek Nomination, la nuova pericolosa moda che sta spopolando in questi giorni tra gli utenti di Facebook. La regola del drinking game è molto semplice: bere tutto d’un fiato un bicchiere di alcol e nominare altri tre amici che devono rispondere alla sfida entro 24 ore. Un meccanismo simile a quello delle famose “catene di Sant’Antonio”. La moda, nata in Australia, ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo grazie ad internet. E’ un’epidemia pericolosa, che ha già fatto delle vittime: in Gran Bretagna, dove la moda è arrivata nel periodo natalizio, sono già 2 i giovani che hanno perso la vita per coma etilico. Nella stessa Australia sono morti in 10. Gli utenti dei social network stanno ingigantendo la moda, rendendo quasi obbligatorio ai ‘nominati’ di rispondere alla provocazione: “guai a chi interrompe la catena”, si legge su alcune pagine dedicate alla sfida.
IN ITALIA – Nella versione nostrana, la mania si chiama ‘Birra alla goccia’: lo scopo è bere un litro e mezzo di birra tutta d’un fiato o, in alternativa, degli “shottini”. Il nominato che non volesse sfidare gli amici, dovrà pagare una penitenza: offrire da bere per una sera intera alla persona che lo ha coinvolto nel gioco.
2 MORTI IN G.BRETAGNA – Secondo il quotidiano inglese ‘Mirror’, si contano per ora 2 vittime per le Nek Nomination. Patrick Byrne, che ha perso il fratello 19enne Jonny per questa moda, ha espresso la sua rabbia sul suo profilo Facebook, creando anche una sua pagina chiamandola “Stop ‘NekNomination’ Before it’s too Late. Share This” (“Fermate le ‘NekNomination’ prima che sia troppo tardi. Condividete”). In un post si legge: “Mio fratello Jonny aveva 19 anni ed è morto questa notte nel mezzo della sua nomination. Ha pensato che doveva provare a vincere la sfida e, dopo essersi scolato una pinta, è saltato in un fiume. Se le persone hanno un briciolo di decenza e rispetto, eviteranno da ora in poi di accettare queste stupide provocazioni”. L’altra giovane vittima è Ross Cummins, 22 anni, dj di professione. E’ stato trovato morto in una casa a Dublino.
LE REAZIONI DI FACEBOOK – In molti hanno chiamato in causa i gestori di Facebook per denunciare questa pericolosa moda che, proprio grazie al social network, si sta espandendo a macchia d’olio. Un portavoce ha dichiarato che, proprio per il suo scopo, il social network nasce per permettere di condividere i contenuti liberamente, sempre rispettando i diritti e la sensibilità degli altri utenti. Il consiglio è quello di comunicare a Facebook i contenuti che non rispettano le regole del sito, in modo da permettere ai gestori di esaminarli ed eventualmente prendere provvedimenti nei confronti di chi li ha pubblicati.