Roma 26 febbraio – E’ no del governo al decreto “enti locali”, meglio noto con l’appellativo di “Salva Roma“, ad annunciarlo stamane, Maria Elena Boschi, ministro dei Rapporti con il Parlamento, in Conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama. La neo ministra infatti ha spiegato come, dato l’ostruzionismo delle opposizioni (Lega, M5S), fosse di fatto impossibile procedere alla conversione del decreto, la cui naturale scadenza si preannunciava al 28 febbraio. Il governo ha poi affermato, sempre per bocca della Boschi, che non preclude la possibilità di adottare un futuro provvedimento, “dopo una valutazione dei contenuti”, in grado di riunire i punti salienti dell’ormai ex “Salva Roma”, dall’ Expo a quelle più urgenti a tutela della Sardegna e naturalmente della Capitale, la quale senza il decreto rischia il crac e con essa anche il sindaco Ignazio Marino.
Il “Salva Roma” ha infatti consentito lo spostamento di fondi, dalla gestione commissariale a quella ordinaria e la sua mancata approvazione comporterebbe per la città una situazione ancora più disastrosa di quanto già non sia. Sono 867 i milioni che pesano sul “groppone” del Sindaco Marino il quale dichiara: “non ho nessun interesse, nessun desiderio, di mettere la mia faccia di fronte ad un disastro che era evidentemente annunciato” attaccando poi le opposizioni: “Roma continua ad essere ostaggio dell’ostruzionismo ideologico di chi, come Lega e M5S, per esprimere la propria contrarietà al nuovo governo attacca la Capitale d’Italia senza preoccuparsi delle conseguenze”.
La questione tuttavia ha origini lontane, il decreto “enti locali” approvato il 19 dicembre 2013 in Senato risultava, non solo alle opposizioni, alquanto discutibile. Se ne contestava la disomogeneità, ma anche la mancanza dei requisiti di necessità e d’urgenza alla base per l’adozione di un atto simile. La norma appariva, infatti, come un convivio dalle più disparate pietanze. Ermete Realacci (PD) contestò la presenza al suo interno di una “sanatoria per case in legno, cabine, bungalow […] realizzati in aeree demaniali, senza nessuna valutazione nel merito e a fronte di un aumento del canone, francamente irrisorio”.Il decreto conteneva perfino norme per la regolazione di lanterne semaforiche, sino a temi più “sponsorizzati” dalle stesse opposizioni: dai contratti di affitto di immobili da parte della pubblica amministrazione di cui se ne impediva la disdetta (c.d. affitti d’oro), sino al taglio di trasferimenti di denaro da parte dello Stato a quegli enti che avrebbero adottato misure “in materia di giochi pubblici riservati allo stato” tali da determinare “minori entrate erariali”, anche di natura “non tributaria“, norma definita dallo stesso Renzi “una porcata“.
Le polemiche e le contraddizioni portarono sino all’intervento del Presidente Napolitano, il quale espresse le proprie perplessità circa l’opportunità dell’atto e l’appesantimento emendativo prodotto in Parlamento. Il bianco Natal si chiuse quindi così: con il primo ritiro del decreto che doveva essere “ripulito” da tutte quelle norme extra che lo componevano, “pulizia” che chiaramente non è più necessaria.
Resta solo da capire come, oggi, il governo intenderà affrontare concretamente la “Questione Romana“, constatato il fatto che alla conversione non ha posto la fiducia. Le trattative, intanto, sono già iniziate e nel pomeriggio è stato convocato un tavolo urgente a cui lo stesso Sindaco ha preso parte, dichiarando a posteriori: “Non sto minacciando dimissioni ma voglio sapere qual è la mia job description […]non sono pronto per la job description di commissario liquidatore“
Decisamente più variopinte, le reazioni di vari esponenti politici da Gasparri che su twitter se la prende con la Boschi : “Le norme non si possono reiterare non lo sai?”, a Salvini entusiasta: “Lega unica opposizione! Risparmiato 1 miliardo di euro. Chi sbaglia paga, politici romani a casa”, sino alla Lombardi (M5S) su facebook: “Il PD romano sta applicando a Marino il metodo Letta, ovvero sciogliere nell’acido un proprio esponente non più gradito”, mentre Alemanno sentenzia: “Bilancio 2014 insostenibile. O Marino ha una strategia per fronteggiare questa emergenza o è meglio che si dimetta“. Chissà domani cosa penserà un cittadino romano, magari semplicemente basta un verso di Venditti per capirlo: “Dimmi chi è chi è ,che mi fa campà sta vita così piena di problemi”.